Ottobre 1989. Tre amici partono da Cesena per una vacanza nell’Europa orientale. Il muro di Berlino crollerà un mese dopo… Tratto da una storia vera, EST – Dittatura Last Minute è un road movie in cui succedono tante cose al limite della credibilità e che però in quegli anni, in quei luoghi e con l’ingenuità un po’ cogliona dei ventenni di allora accadevano davvero.
La pellicola segna il brillante esordio al cinema di uno di noi, il giovane attore ravennate Matteo Gatta, la cui carriera è iniziata proprio grazie alla scuola. «Sono salito sul palco la prima volta quando facevo il Classico grazie alla non-scuola del Teatro delle Albe, laboratorio che ogni anno impegna e diverte molti studenti delle superiori. Terminato il liceo, quando si è trattato di decidere che fare del mio futuro, ho capito che in fondo recitare era l’unica cosa che mi piaceva veramente. Così sono entrato al Teatro Piccolo di Milano, dove ho studiato per tre anni e ho acquisito una formazione professionale».
Est è il tuo primo film ma i tuoi primi lavori sono teatrali: con quale delle due realtà preferisci misurarti?
«Nonostante mi sia piaciuta molto quest’esperienza cinematografica, preferisco il teatro. Nel cinema gioca un ruolo fondamentale la tecnologia. Si può dire che sia ‘più costruito’, c’è molto dietro. Le scene si ripetono tantissime volte e in modo non consequenziale: ci è capitato di girare quella finale pochi giorni dopo l’inizio delle riprese. Inoltre, se nel cinema bisogna far sembrare ogni scena naturale, vera, il teatro sotto questo aspetto lascia molto liberi. È più diretto, dato che la rappresentazione è quasi totalmente affidata all’attore».
Protagonista nel tuo esordio sul grande schermo: qualcosa di unico. È stato come te l’immaginavi?
«Qualcosa di incredibile, un’emozione enorme. Non avrei mai immaginato che sarebbe stata così dura però: mi svegliavo molto presto la mattina e la preparazione per il set occupava diverse ore. Spesso la scena veniva ripetuta a lungo, a volte anche per l’intera giornata. Ogni ripresa doveva essere perfetta e spesso si finiva col rifarla più e più volte. A questo proposito un consiglio per gli aspiranti attori: nelle scene in cui dove dovete mangiare non ingozzatevi al primo ciak, masticate piccoli pezzi. Ho commesso questo errore e alla fine il mio stomaco stava collassando (ride, ndr)».
Com’è stato il tuo rapporto con gli altri attori, la troupe e il regista?
«Molto bello. Penso sia importante la relazione che s’instaura con tutti loro. In particolare con gli attori. Ci sono situazioni in cui magari è richiesta la recitazione di una scena amichevole: se il rapporto è già buono, ne hai la metà della fatta. Ho stretto una bellissima amicizia con gli altri due protagonisti, Lodo Guenzi e Jacopo Costantini. Siamo subito diventati amiconi, sono simpaticissimi, e questo ha facilitato la recitazione».
Il film ha aperto la Sezione non competitiva di Notti Veneziane – L’Isola degli Autori alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia. Una leggenda come Oliver Stone l’ha definito «bello, semplice, avvincente». Non ti gira la testa?
«Ero a casa ed è squillato il telefono. Ho scoperto così che il nostro film sarebbe stato presentato a Venezia… Quasi non ci credevo, ero emozionantissimo. Sono felice che sia piaciuto così tanto, visto il duro lavoro che c’è stato dietro. Purtroppo a causa dell’emergenza sanitaria e la chiusura dei cinema, non è stato ancora possibile farlo uscire in molte sale».
di Luca Baldini, Vittoria Bonitta, Lorenzo Grassilli, Federico Savini, 5ªE Liceo Scientifico Oriani, Ravenna
EST – DITTATURA LAST MINUTE
di Antonio Pisu
Commedia, Italia, 2020, 104 minuti. Con Lodo Guenzi, Jacopo Costantini, Matteo Gatta, Ivano Marescotti, Paolo Rossi Pisu, Ana Ciontea, Ioana Flora, Julieta Szonyi, Eva Isis Popovici, Ada Condeescu.
Produzione: Genoma Films in collaborazione con Rai Cinema, Stradedellest Produzioni e con il sostegno di Regione Emilia Romagna