In questo periodo di chiusura delle sale cinematografiche, docacasa.it si conferma come prezioso spazio online, in grado di dare visibilità e diffusione alla cultura cinematografica promossa dai numerosi festival del territorio. Dopo Mente Locale, appena concluso, approda sulla piattaforma la decima edizione di Divergenti – Festival Internazionale di Cinema Trans, in programma dal 26 al 28 novembre. Un concorso di undici film, tra fiction e documentari, cortometraggi e lungometraggi, provenienti da tutto il mondo, che indagano a fondo il tema delle migrazioni trans.
Le migrazioni trans, intese come ricerca di luoghi meno ostili, in fuga dalla fame e dalla guerra ma soprattutto dai pregiudizi transfobici, non sono affatto un fenomeno recente ma hanno una storia lunga quarantani. Divergenti, grazie ai film in concorso e fuori concorso e agli eventi live, si propone di raccontare le problematiche che attraversano il mondo trans mediante il cinema, potente mezzo di lettura del mondo contemporaneo, in grado di smontare gli stereotipi e di chiarire le questioni non ancora chiare. Un festival unico nel suo genere, che torna dopo due anni di assenza per riunire ancora una volta una comunità nella difesa dei diritti e della verità.
Gli undici film in concorso, realizzati da giovani registi emergenti o da artisti già affermati, abbracciano tematiche diverse, che vanno dall’immigrazione alla religione, dalla lotta per i diritti LGBTQI all’affermazione della propria identità di genere, promuovendo così una rappresentazione della realtà transgender nel nostro Paese e nel mondo a 360°. Ad inaugurare il festival, giovedì 26 novembre, Alice Junior di Gil Baroni, Sunken Plum di Xu Xiaoxi e Roberto F. Canuto e La Tarantina di Fortunato Calvino. Il film in concorso della prima giornata saranno affiancati anche i due eventi speciali fuori concorso I Am Who I Say I am – Lotta o Fuga di Jayne Rowlands e Flavio Ferrari, e Divieto di transito di Roberto Cannavo’, uno studio sul personaggio di Porpora Marcasciano, tra identità negata e battaglie per i diritti. Si continua invece il 27 novembre con l’anteprima assoluta del documentario del fotografo e filmmaker Luca Gaetano Pira I Tanti Triangoli Rosa, Indianara di Aude Chevalier-Beaumel e Marcelo Barbosa, e l’anteprima nazionale di Ti-Gars di Doris Buttignol. L’ultima giornata di festival, il 28 novembre, vedrà invece come protagonisti Amaranto della videomaker Noemi Mariluongo, un film in anteprima assoluta che indaga l’impatto dell’emergenza sanitaria tra le sex workers trans nel territorio bolognese, Lingua Franca di Isabel Sandoval, Allah Loves Equality di Wajahat Abbas Kazmi, regista pakistano, italiano di adozione, e attivista dei diritti umani che dà voce al mondo LGBTQI+ nella Repubblica islamica del Pakistan, e Sydney and friends di Tristan Aitchison. L’ultima giornata si chiuderà con la premiazione dei film vincitori, in streaming su Zoom alle ore 20.
Un festival che produce anche sapere, attraverso gli eventi live che garantiscono la possibilità di un confronto tra i protagonisti e le autorità. Il programma del festival prevede infatti, accanto ai film, anche un seminario “Per un archivio di storia trans – Tavoli di studio ed elaborazione politica trans” (20 novembre, dalle 15 alle 17.30, su Zoom), che ha come oggetto gli archivi sull’esperienza trans, un progetto che sta prendendo forma attraverso un bando dell’UNAR vinto dal MIT, e la mostra fotografica allestita per i cinquant’anni della nascita del movimento LGBTQI in Italia. Accanto al seminario anche un convegno dal titolo “Migrazioni Trans: attivismo, accoglienza, ricerca” suddiviso in tre giornate. La prima parte, in programma il 26 novembre (dalle 18 alle 20, su Zoom) e dedicata all’esperienza MIT nell’ambito della migrazione trans, vedrà in atto un dialogo con le istituzioni attorno ai temi dell’accoglienza, presentando le numerose ricerche di rilevanza nazionale ed europea sui servizi e i sistemi di accoglienza per i richiedenti asilo LGBT. La seconda giornata di convegno sarà il 27 novembre (dalle 18 alle 20, su Zoom) e sarà incentrata sui temi della tratta e dello sfruttamento delle persone trans e vedrà come protagonisti alcuni esperti internazionali e nazionali ed operatori che si occupano di questo tema. Infine, la terza, in programma il 28 novembre (dalle 18 alle 20, su Zoom), prevede un dialogo tra le attiviste e i rifugiati trans e alcune esponenti del mondo del femminismo. Un ciclo di incontri che nel suo insieme si propone da un lato di evidenziare lo stato dell’arte sul lavoro che ha visto coinvolte le istituzioni cittadine, nazionali e internazionali nella creazione di Casa Caterina, prima struttura per l’accoglienza di rifugiate trans in Europa, e sui temi di ricerca che sono scaturiti da questa esperienza e quelli portati avanti dai ricercatori e ricercatrici del gruppo di lavoro SOGICA dell’Essex University. Dall’altro, si configura però anche come inizio e punto di partenza per portare avanti progetti di ricerca ed attivismo. Tra gli incontri anche quelli di giovedì 26 novembre (ore 18.30, su Zoom) in compagnia delle direttrici artistiche del festival che dialogano con Mazen Masoud, protagonista del corto fuori concorso I Am Who I Say I am – Lotta o Fuga, il regista Roberto Cannavo’ e i produttori di Divieto di Transito.
Un’edizione che unisce come sempre momenti di cultura a momenti di politica, intrecciandoli tra loro e facendo ancora una volta della città di Bologna una grande officina e un eccellente laboratorio d’arte, di politica e di esperienze.