Pian piano ci si sta arrivando, il buon senso lo ispira da tempo: tenere i Musei e le esposizioni d’arte aperte ‘h 24’ sarebbe il più bel regalo per chi cerca di coltivarsi una mente decente. Per non parlare poi degli effetti sul turismo… perfino in piena congiuntura-virus verrebbe più facile scaglionare gli ingressi salvando le distanze ed il gusto della visita!
La visione di “Una notte al Louvre, Leonardo Da Vinci”, oltre allo stupore, lascia questi pensieri. Il primo film della rassegna “La Grande Arte al Cinema -Nexo digital” riporta in sala i tanti curiosi ed appassionati che avevano visto interrotti gli appuntamenti del cartellone 2019/20, riprendendo giusto da dove eravamo rimasti. Il 21,22 e 23 settembre, quindi, in oltre 60 Paesi è stato possibile visitare l’eccezionale mostra parigina dedicata al genio toscano nel cinquecentenario della morte, evento chiuso a febbraio sfondando il milione di presenze. Prodotta da Pathé Live insieme al Louvre stesso ed a Bel Air Media, la pellicola propone nuovi sguardi sull’opera leonardesca, concentrando l’attenzione sulla Sua attività pittorica.
Si tratta di un ‘quasi esordio’ per il regista Pierre-Hubert Martin , coautore dei testi con Catherine Sauvat , capace di realizzare un’ora e mezza di visita guidata tra lo stupore e la poesia di selezionatissimi pezzi originali e documenti unici. A guidarci, con grande misura e rispetto (sia della grandiosità del Maestro sia del nostro, da spettatori ammaliati, sentirci piccolipiccoli) i due curatori della Mostra Vincent Delieuvin e Louis Frank, funzionari del Louvre l’uno del Dipartimento Pittura e l’altro per le Arti Grafiche. Sarà possibile chiedere proiezioni per le scuole rivolgendosi direttamente ai cinema, mentre è disponibile un kit didattico all’indirizzo progetto.scuole@nexodigital.it.
Tradotto in 30 lingue, girato in 4 notti con l’impegno di 30 tecnici che hanno ottimamente saputo utilizzare l’altissima definizione del 5K, il documentario andrebbe visto anche da chi non è attratto dall’antichità. Perché si scopre quanto Leonardo sia assolutamente contemporaneo: rileggendo attraverso dipinti, riproduzioni puntuali, composizioni ed appunti quella che Lui stesso definì “La Scienza della Pittura”, vien da pensare che il Suo non-finito altro non è che l’antenato del cinematografo! L’ansia di rappresentare non la realtà visibile e perfetta (e ne sarebbe stato capacissimo) bensì lo scorrere della Vita che pulsa nelle cose e negli esseri viventi, gli diede il coraggio di sovrapporre i segni, solo accennare i dettagli, mettere energia nel gesto grafico. Riuscì così ad inventare ‘lo schizzo’, ed i soggetti paiono visti alla moviola. Incompleti ma vibranti, chi altro fu poi capace di osare tanto?
Per non parlare della meraviglia delle riprese, con tagli di luce ed inquadrature che riescono a riprodurre nel chiuso delle sale l’atmosfera notturna, calma ed avvolgente, degli esterni immersi nel buio.