Quattro assi di casa nostra: Vince Vallicelli, Nicola Peruch, Don Antonio e Roberto Villa, l’unico vero live in Romagna di questi tre mesi, un momento magico da fermare. E un messaggio da fare passare: “I musicisti sono lavoratori”.
Come i musicisti del Titanic, sulla barca che affonda. La storia dira’ se qui, forse, la barca stava gia’ lentamente riemergendo, ma tutto intorno era ancora deserto e silenzio.
Primo Maggio 2020, strade vuote e gente chiusa in casa.
Nella sede della Lombardi Amplificazioni ci sono 30 mila watt di casse girate sulla vallata. Quattro persone sul palco, con un permesso speciale, a un metro e mezzo di distanza uno dall’altro. E zero persone di fronte. Un modo diverso di festeggiare la Festa del Lavoro. Per dire con decisione che anche la musica e le arti sono un mestiere.
“E’ stata un’esperienza surreale – dice Vince Vallicelli, decano dei tamburi romagnoli – ma dalla prima nota si e’ capito che stava succedendo qualcosa di speciale. Un’esperienza molto intensa da vivere, che e’ stato intenso anche riascoltare, dopo. Questo e’ il motivo per cui l’abbiamo voluta mettere su disco. Per fermarla, per ricordare certe sensazioni, quando tutto sara’ finito”.
Un live incerto fino al giorno prima, per tutta la girandola dei permessi speciali che servivano, promosso in streaming a ridosso del concerto, che comunque ha totalizzato quasi 30mila visioni, da tutto il mondo. “Un affetto e una nostalgia oltre ogni aspettativa, che ci ha commossi” – commenta Vince.
Sul palco con Vallicelli ci sono Don Antonio, Roberto Villa e Nicola Peruch. Davanti a loro, la squadra della Lombardi, e i locali della loro storica azienda, per ribadire che la musica non e’ solo fatta di chi la suona, ma anche di tutto quello che ci gira intorno.
Il gesto speciale di una piccola grande comunita’ di persone che vivono dentro la musica.
E la musica che ne e’ uscita pare avere rispecchiato l’intensita’ e l’unicita’ del momento.
“Non e’ stato un momento importante solo dal punto di vista simbolico. Lo e’ stato anche per la musica. Abbiamo suonato brani di Don Antonio e brani miei, trattandoli come se fossero jazz o blues, reinventadoli, rivoltandoli, rivivendoli da principio – spiega Vince – Non ci vedevamo, come tutti, da piu’ di due mesi, e non abbiamo voluto nemmeno metterci d’accordo prima. Siamo partiti e abbiamo visto subito che le cose stavano succedendo. Abbiamo solo seguito l’onda”.
Il disco e’ nato per assecondare fino alla fine quel gesto spontaneo. Nessun ritocco al live, nessuna correzione, nessuna variazione di scaletta. Il disco e’ esattamente il live di quel giorno, passato sui nastri de L’Amor Mio Non Muore, pochi chilometri a valle, solo per raggiungere il volume necessario alla stampa su cd.
Lo si trova sul sito Bandcamp de L’Amor Mio Non Muore, a questo link, sia nell’opzione digitale che in quella di cd fisico, spedito direttamente a casa.
“Non siamo soliti chiedere alla gente di comprare i nostri dischi – conclude Don Antonio – ma stavolta ci sentiamo di farlo. E’ un gesto che ribadisce due cose per noi molto importanti. La musica e’ un mestiere, e la musica e’ di tutti ma non nasce senza sforzi. Per farla arrivare a casa delle persone, o nelle piazze, servono competenze, risorse, denaro. Mestieri che non si possono perdere o dare per scontati. Pagare un disco e’ un gesto politico, in questo momento. E di rispetto per una categoria”.
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