Erbario delle consolazioni #5 > Delosperma_Delosperma cooperi. Sulla biografia

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Breve trattazione su come scorgere il movimento che rimandano le cose ferme.

Esistono grandi biografie. E altre piccolissime, stanziali, destinate a rimane nascoste sui davanzali, sulle ringhiere dei balconi, sulle mensole del soggiorno. Come la pietra nel fiume, che racconta la storia dell’acqua che l’ha modellata, dei fenomeni atmosferici che l’hanno movimentata e dei pesci che l’hanno sfiorata, ci sono elementi che ci circondano sui quali le nostre vite rimangono impresse come diari da sfogliare nei momenti di smemoratezza, come oracoli da consultare affinché ci indichino la via nei momenti oscuri. Questi elementi, di consolazione e resurrezione, vegetali e geografici, possono essere definiti piante.

Delosperma_Delosperma cooperi
Sulla biografia.

Il primo trasferimento dalla casa natia al luogo dove ho scelto di vivere. Poi tre traslochi, una ristrutturazione, e la polvere di mattone a stazionare sulle foglie succulente. Neve e raggi cocenti sulle estremità. Vasi differenti con il passare delle stagioni. Pianta tappezzante e perenne, si riproduce e diffonde con sconcertante vitalità: se non si fa attenzione le talee migrano spontaneamente nei vasi vicini, e se ne appropriano. Compagne più o meno da una decina d’anni. Pazientemente ci adattiamo ai cambiamenti, e portiamo gli stessi segni. Piccole rughe, un rametto spezzato, una parte del corpo che cresce più dell’altra, perdite e acquisti di peso. Troppo sole ci scotta, troppo freddo ci fa ammalare. Siamo state coltivate dalla nonna, e abbiamo abitato in quattro dimore. Ogni anno attendiamo la primavera per rifiorire. Non ci piacciono gli insetti, anche se noi piacciamo a loro. Se non beviamo ci essicchiamo. Quando i peli ci crescono troppo dobbiamo tagliarli, e recidere i fiori appassiti. Non ci dispiace la terra arida perché ne apprezziamo il potenziale. L’inverno fa venir bianchi i nostri capelli. Possiamo star ferme per anni nello stesso punto, ma consideriamo un pregio il variare della compagnia. Sul nostro quaderno, la stessa grafia.

 

scrittura ELENA SORBI
disegno ALICE SCARTAPACCHIO

 

Assonanza: Jiro Taniguchi, L’uomo che cammina https://www.lospaziobianco.it/cammino-uomo-cammina/