Se il giorno di Pasquetta decidi di fare la gita fuori porta a Ridracoli… sì, bella la diga, sì, bello il picnic, sì, bello farsi offrire una fetta di casatiello napoletano dai vicini di tavolo, ma poi non ti puoi lamentare se il ritorno si trasforma in una terrificante coda infinita. Complice anche una sagra in quel di Santa Sofia, la statale era un’immensa carovana semi immobile per chilometri e chilometri.
Solo per questo, cercando di svalicare lungo altri percorsi ahimè bloccati da una frana a te ignota, solo così scopri la piccola meravigliosa piazzetta di Biserno. Ci abitano 30 anime ormai. È l’estrema frazione del comune di Santa Sofia: pochi metri più in là, dove staziona la diga, è già Bagno di Romagna.
Ha una piazzetta minuscola Biserno, tutta lastricata di pietra bianca come la chiesetta che ci spadroneggia. In un angolo: una statua psichedelica, una fontanella e un poetico terrazzino a ringhiera, lungo lungo. Su un lato della piazzetta c’è una trattoria dove decidi di fermarti ad aspettare che il traffico si smaltisca, perché, richiesto loro se lì si mangiasse bene, risposero: «Certo, benissimo!».
Ma la piadina non la sanno fare, ti confessa Marzia, una dei cugini e affini che gestiscono il locale in società. «Non ci viene bene, noi siamo al confine della Romagna. Noi facciamo la piadina fritta. L’ha sempre fatta anche la mia nonna che però la friggeva nello strutto e non nell’olio. Con l’impasto del pane».
Un piccolo alimentari con mescita di vino c’era da sempre in quella piazzetta, poi negli anni ’70 divenne la trattoria Vera Romagna perché il marito della proprietaria suonava proprio nella storica orchestra di liscio che portava questo nome. Ci fece anche un piccolo alberghetto sopra, dove ci dormivano gli ingegneri che lavoravano alla diga. Il nome è rimasto quello anche dopo l’89 quando Marzia, Marina, Paola e Moreno si sono rimboccati le maniche e hanno cominciato a tirare tutta la pasta al mattarello.
Fanno dei cappelletti con dentro anche la lonza o il petto di pollo e pure da questo, a dispetto del nome del locale, capisci di essere ai margini della Romagna. In più, come in tutte le nostre zone montane, dove un tempo la miseria la si conosceva bene e le patate erano il vero antidoto per la fame, qui spadroneggiano i tortelli ripieni di tuberi!
Si servono al ragù, o ai funghi, il cui odore ti riempie le narici come varchi la soglia della trattoria. Li fanno in tutte le salse, fritti, grigliati… Per i ravioli: porcini trifolati, in bianco con solo un po’ di aglio, prezzemolo e olio profumato. Il ripieno è semplicissimo: patate lesse schiacciate, burro, parmigiano, sale e pepe. «Io me lo ricordo che la mia nonna ci metteva dentro anche un bel soffritto di lardo e cipolla triti, ma cosa vuoi… Ora li vogliono così», racconta la Marzia. Cinghiali e caprioli in umido o in salmì li comprano dai cacciatori locali, il Sangiovese sfuso arriva da Predappio. La scommessa di fare la pizza e di sfamarci la vallata, l’hanno già vinta ormai dall’89, ma il loro pezzo forte sono i cappelletti con le noci.
Li fanno grossi e dentro ci mettono un battuto di noci, raviggiolo, ricotta, parmigiano, sale e pepe. La sfoglia all’uovo ruvida raccoglie questa delizia che viene condita con una crema di formaggi fusi e portata in tavola con delle belle scaglie di tartufo che qui, nella sua stagione, la fa da padrone. «Il tartufo da noi lo trovi quasi sempre, ma ora c’è quello estivo, che sa un po’ di poco…».
E allora sei ancora più contento di averne trovata di fila… allora ringrazi il cielo di aver trovato una bella coda anche per fare il giro in battello sul laghetto, lì a Ridracoli, e di avere rinunciato. Quale scusa migliore per fare felici i bambini e ritornarci… chessò a novembre, sì a novembre quando il tartufo sarà più profumato che mai?
Ristorante Pizzeria La Vera Romagna, Santa Sofia, Frazione Biserno 10. Info: 0543 970160