Il comune di Borghi, fra Torriana e Poggio Berni, sonnecchia in quell’angolo di Appennino, tra fiumi e colline aguzze, che rende splendido l’entroterra riminese. La zona più antica del paese, che svetta su un cucuzzolo a dominare le valli dell’Uso, del Marecchia e del Rubicone, si chiama San Giovanni in Galilea e conserva i resti di un’antica rocca malatestiana come tante ce n’erano, e ne restano, in tutta la provincia.
Qui vicino, in un vecchio casolare che 55 anni fa è diventato trattoria, scruta e si bea dell’orizzonte costiero il ristorante Belvedere di Rigoni. Lo aprirono Peppino e Anna, che non ci sono già più, e il fratello di lui, Adamo e la moglie Gabriella che ora si riposa un po’. Adamo, invece, con i suoi 84 anni, se ne sta ancora lì, puntellato in un angolo della cucina, di fianco ai testi roventi, a tirare e cuocere le piadine per tutti i commensali.
In cucina la nipote Maria Rosa, figlia di Peppino, detta legge sul resto del clan, tirando la sfoglia e confezionando cappelletti di carne o di formaggio, tortelloni al formaggio di fossa, strozzapreti, tagliatelle e i «cuori alle ortiche».
«Devi metterti i guanti, per andare a raccoglierle – spiega Maria Rosa – Sono proprio km zero, le raccogliamo qui attorno! Poi le devi lessare, tritare fini e mescolarle con la ricotta di mucca, Grana Padano, un po’ di formaggio di fossa, noce moscata, cannella, scorza di limone tritata, e un uovo per legare. Poi ci confeziono i ravioli, che faccio con uno stampo a forma di cuore». Vanno in tavola in fiamminghe di metallo conditi con burro e salvia.
Tutti i primi col ragù classico o al cinghiale o in brodo, navigano verso i tavoli in zuppiera di metallo o in fiamminghe lustre, come fossero astronavi pronte all’atterraggio. Entrando nelle due salette gremite, o nella veranda esterna, si notano subito i piattini di antipasti giardiniera casalinga già pronti, diversi a seconda della stagione, accompagnati con affettati superbi e ottimi latticini, tra cui una ricotta mozzafiato, prodotti da un’azienda agricola di Civitella di Romagna.
Si mangiano con la piadina calda di Adamo, che il pane, se non lo chiedi, non te lo danno proprio.
Oltre alla carne alla brace, il capretto o l’agnello al forno, la faraona con le olive, il coniglio in porchetta, le lumache, lo stinco, tutto secondo tradizione, qui ritrovi un secondo col sapore dei trebbi bucolici del buon tempo che fu: «Si fa in primavera – continua la Rosa – quando si trova l’aglio fresco, di cui si usa tutto: il bianco e il gambo verde. Si mette sul fuoco una padella e quando è rovente ci si adagiano a sfrigolare delle fette di goletta tagliata come fosse prosciutto. È la guancia del maiale stagionata! Quando diventa bella croccante, ci butto sopra dell’aceto di vino e poi l’aglio a rondelle. Sta bene anche col radicchio di campo da taglio, che quello, quando c’è, da noi in tavola va a ruba!». Se l’albero di fianco al casolare è in fiore, come se non avessero null’altro da fare, confezionano frittelle di fiori di acacia e te le fanno giungere sulla tovaglia stirata di fresco. I dolci potrete scoprirli da soli, se non vi sarete già saziati troppo prima.
Andateci anche a Ferragosto, quando dopo cena, affacciati all’immenso belvedere, potrete ammirare tutta la riviera adriatica, da Cesenatico a Rimini, fino a Gabicce esplodere in centinaia di fuochi d’artificio, come lontani stormi di lucciole nella notte estiva.
Ristorante Belvedere di Rigoni, Borghi (RN), via Selbrano 15. Info: 0541 939175