Sono ormai passati cinquant’anni dalla prima edizione di Santarcangelo Festival. Per festeggiare questo grande traguardo, il calendario degli eventi di quest’anno prevedere una serie di attività d’indagine, riflessione e confronto tra le quali spicca il ciclo di incontri “Costruire una storia” che vede protagonisti i vari direttori del Festival.
Obiettivo di questa e di altre iniziative parallele è quello da un lato di ricostruire e raccontare la vicenda del Festival, e dall’altro anche di avviare un processo di ricerca condiviso fra la specificità di un’esperienza, dei luoghi e delle persone che l’hanno segnata, le connessioni con i processi di innovazione nel campo delle arti performative e il contesto artistico, culturale e socio-politico degli ultimi cinquant’anni.
“Costruire una storia” permette al pubblico di conoscere le diverse direzioni artistiche che si sono avvicendate nel corso delle varie edizioni. In questo modo è possibile ricostruire, riflettere sulle differenti idee e pratiche di curatela, soffermandosi anche sulle differenti visioni che le hanno animate, sui progetti pensati e/o realizzati, nonché sui processi di pensiero, artistici e politico-organizzativi messi in campo di anno in anno. Inoltre, gli incontri avvieranno una riflessione sulla dimensione relazionale del Festival, osservando non solo i rapporti tra il Festival e il contesto locale, istituzionale, politico e di comunità, ma anche il legame creato con le tendenze artistiche e socio-antropologiche che caratterizzano un determinato periodo, di cui talvolta si sono anticipate le prospettive.
Si tratta di un vero e proprio percorso di approfondimento della durata di due anni, diviso in diversi appuntamenti dislocati in alcuni luoghi-chiave che hanno segnato il Festival sia nel territorio della città romagnola sia in altri contesti nazionali. Solo così sarà possibile costruire una storia della manifestazione attraverso alcune tappe essenziali: una storia corale che si apra a molteplici punti di vista, coinvolgendo nella riflessione anche gli artisti e gli spettatori che negli anni hanno partecipato al Festival.
Il primo appuntamento si terrà mercoledì 4 febbraio alle ore 21 presso la Biblioteca “A. Baldini” di Santarcangelo di Romagna in compagnia di Roberto Bacci. Due volte direttore alla fine degli anni Settanta e a metà degli Ottanta, Roberto Bacci imprime al Festival una svolta radicale, che lo trasforma in un appuntamento decentrato, aperto a linguaggi teatrali diversi e a produzioni site-specific. A lui insomma si deve il format che ancora oggi caratterizza il Festival: una sorta di “antifestival” nato sul modello del teatro di strada che costituirà un nuovo paradigma per questo tipo di progetti a Santarcangelo e in Italia. Nel 1984 lascia la sua seconda edizione del Festival affermando la necessità di una rivoluzione: il Festival, se vuole sopravvivere, deve in qualche modo reinventarsi e riprogettarsi.
Il secondo appuntamento invece sarà condotto da Paolo Ruffini, sempre presso la Biblioteca “A. Baldini” di Santarcangelo di Romagna. Paolo Ruffini rappresenta una fase di profondo ripensamento per il Festival: la scena sperimentale si spinge oltre i canoni, i confini e le categorie convenzionali. Ci si interroga sul modo in cui l’arte guarda al reale e al nostro presente, mettendola in collegamento con una società in fase di radicale trasformazione.
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