Era il 13 ottobre 1989 quando l’Italia e l’Europa intera si raccolsero in un silenzioso omaggio per la scomparsa di uno dei personaggi più eclettici della cultura italiana, Cesare Zavattini. Oggi sono passati trent’anni da quel giorno ed è giunto il momento di ripercorrere le tappe della sua esistenza e della sua importanza per la nostra cultura. Ad assumersi questo incarico è la mostra “Zavattini oltre i confini“, a cura di Alberto Ferraboschi e allestita presso il Palazzo da Mosto di Reggio Emilia dal 14 dicembre all’1 marzo.
Un personaggio a tutto tondo: uomo di cinema, scrittore, fumettista, personaggio dal forte impegno politico. Nonostante i numerosi studi ed approfondimenti condotti in Italia e in Europa sulla sua persona, il suo ruolo di mediatore e promotore della cultura italiana all’estero è stato un po’ messo da parte: per questo motivo la mostra si pone come obiettivo principale quello di portare alla luce e raccontare anche questo aspetto. In questa veste, il ruolo di Zavattini è stato davvero cruciale per portare non solo in Europa ma anche nel panorama internazionale, allora dilaniato dal clima della Guerra Fredda e delle contrapposizioni ideologiche, la cultura italiana del secondo Novecento e il neorealismo. Questo è stato possibile grazie alla sua grande disponibilità nel partecipare a convegni, congressi, conferenze, corsi di formazione nei paesi decolonizzati o in via di sviluppo, e nel collaborare con riviste e a co-produzioni cinematografiche.
La mostra si propone così di indagare l’attività svolta da Zavattini nei diversi ambiti artistici, contestualizzati nelle varie aree geografiche, e di approfondire alcune tematiche, quali il viaggio e la pace, e alcune vicende che lo hanno portato a intessere importanti rapporti con lo scrittore latino-americano Garcia Marquez e con gli ambienti cosmopoliti ebraici. Per farlo, l’esposizione si avvale di una collezione di carte originali, dattiloscritte e manoscritte, annotazioni autografe, oggetti, video, manifesti e libri che testimoniano le sue innumerevoli attività. Saranno inoltre in mostra alcuni dei suoi inseparabili oggetti, come la macchina da scrivere, il basco, la borsa da viaggio e i 150 quadri provenienti dalla Pinacoteca di Brera di Milano, facenti parte della sua celebre collezione di 8X10 raccolta nel corso degli incontri con alcuni tra i più importanti artisti del Novecento, quali Antonio Ligabue, Alberto Burri, Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Bruno Munari, Diego Rivera, Fortunato Depero, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Rotella. Una sala sarà anche dedicata agli scatti inediti di Gianni Berengo Gardin, realizzati in occasione del lavoro che ripropone la “Luzzara” di Cesare Zavattini nel libro fotografico “Un Paese vent’anni dopo”.
In vista della chiusura della mostra, sabato 29 febbraio presso l’aula magna dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia avrà luogo un convegno incentrato sulla dimensione internazionale di Zavattini.
Dal 14 dicembre all’1 marzo, Zavattini oltre i confini, Palazzo da Mosto Reggio Emilia – info: palazzomagnani.it