Due nuovi grandi dipinti per la Pinacoteca Nazionale di Bologna

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Immagine: a sinistra, Sansone e Dalila; a des
Immagine: a sinistra, Sansone e Dalila; a destra, L’offerta di Abigail a David

Due nuove opere arricchiscono le collezioni d’arte della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Donate al museo per lascito testamentario dello storico dell’arte Eugenio Busmanti, Socio e Consigliere della Società di Santa Cecilia, le due importanti tele sono il Sansone e Dalila e L’offerta di Abigail a David di Andrea Donducci detto IL MASTELLETTA (Bologna, 1575 – 1655). I dipinti fanno ora parte del percorso espositivo, e vanno ad integrare il fondo di opere dell’artista già presenti in collezione, provenienti, come ricorda Elena Rossoni, Direttrice della Pinacoteca Nazionale di Bologna, dalle soppressioni napoleoniche e dalla donazione Zambeccari.

“Accanto alla soddisfazione di vedere qui queste due opere, capitali nella produzione del Mastelletta” nota la Presidente  della Società di Santa Cecilia, Maria Pace Marzocchi, “c’è un’emozione in più ed insieme il ricordo e il rimpianto di Eugenio Busmanti, raffinato storico dell’arte ad ampio raggio, conoscitore di quelle che in passato chiamavamo le ‘arti maggiori’ e ad un tempo e con lo stesso acume delle ‘arti applicate’ ”, che come destinazione finale per le due tele ha scelto la Pinacoteca, dove sono state collocate nel “luogo, possiamo pensare, che lui stesso avrebbe desiderato”. “Tra i miei beni artistici”, annotava infatti lo studioso, “saranno da scorporare i due grandi dipinti di Andrea Donducci detto il Mastelletta che lascio in eredità alla Pinacoteca Nazionale, con l’auspicio che voglia e possa esporli”. Come ricorda il critico Vittorio Sgarbi: “Eugenio apparteneva a quella rara specie di uomini che ci stupiscono, che ci fanno credere al valore della diversità. Se ne incontrano pochi nella vita, e non sempre sono amici. Più spesso sono la coscienza inquieta, critica, del mondo, stravaganti, ribelli anche se entro un codice di regole riconosciute”.

I due grandi dipinti con storie bibliche, Sansone e Dalila e L’offerta di Abigail a David, di straordinaria qualità e in esemplare stato di conservazione, vantano un’origine illustre: compaiono nell’inventario (1638) della collezione romana del marchese/banchiere Vincenzo Giustiniani (che annoverava nove opere dell’artista) e sono pressoché coevi delle due tele che il pittore realizzò per la Cappella dell’Arca nella Basilica di San Domenico, subito dopo il suo rientro a Bologna (un’importante commissione probabilmente determinata dai lusinghieri giudizi sulla sua opera del cardinale Benedetto Giustiniani, fratello di Vincenzo, Legato Pontificio a Bologna dal 1606 al 1611). Databili tra il 1612 e il 1613, le due tele sono ritenute “cruciali” nella carriera dell’artista. La studiosa Anna Coliva osserva che sono da considerarsi “molto impegnative per il giovane pittore sia dal punto di vista dimensionale che narrativo; sono quadri “di storia” che hanno la loro più forte determinante nel racconto e che si distaccano vistosamente dai risultati di acceso misticismo che Mastelletta aveva raggiunto nelle opere religiose databili in un momento immediatamente precedente, ad esempio nelle Storie di Santi (Bologna, Pinacoteca Nazionale) di violenta e mistica visionarietà di stampo quasi controriformista…” Qui invece la scena comincia a distendersi in un ritmo narrativo simile a quello dei giovanili Paesaggi romani, coniugato ad “un impasto cromatico così ricco, con una così nervosa increspatura nella stesura dei panneggi, da rivelare nel pittore la raggiunta padronanza dei propri mezzi espressivi”.

Dal 20 novembre 2019
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Via Belle Arti 56. Info & Orari: polomusealeemiliaromagna.beniculturali.it