Chi stabilisce la validità di una terapia medica? Logica vuole che siano il metodo scientifico e le risultanze sperimentali a farlo, eppure, sempre più spesso, la cronaca ci dice che queste non bastano, tanto da venire bypassate dalla pressione dell’opinione pubblica, sollevata ad arte dai mass-media. Perché? Ed è giusto che sia un tribunale a decidere come curare determinate malattie? Insomma, in che rapporto stanno scienza, diritto e società? Parte da queste domande la riflessione che Lara Rondinini fa nel suo interessante libro «La scienza a giudizio» (edito da ETS). Assumendo come paradigma il caso Stamina, l’autrice svolge un’ampia analisi sui complessi legami e sulle situazioni di contrasto che si instaurano tra i diversi sistemi scientifico, giuridico e sociale.
«Liquidare la vicenda Stamina – dice Rondinini – esclusivamente come un ennesimo caso di ciarlataneria nel nostro paese, come una bolla mediatica verificatasi perché si è ignorato il parere della comunità scientifica, generalizzando e trascurando così gli altri problemi presenti, rende sicuramente meno giustizia alle vere vittime della vicenda, i pazienti, che da protagonisti si trovano ora messi in oblio senza un minimo miglioramento della loro difficile situazione».
Giovane insegnante faentina, laureata in filosofia, Lara Rondinini ha approfondito in particolare le nuove tematiche della filosofia della medicina e della sociologia della scienza.
«La scienza a giudizio» sarà presentato sabato 8 giugno, alle ore 18, presso la Libreria Moby Dick di Faenza (via XX Settembre 3/B). A dialogare con Lara Rondinini interverrà il filosofo Gabriele Scardovi.