A partire dall’8 aprile, in numerose sale dell’Emilia-Romagna e di tutta Italia arriva l’ultimo lavoro di restauro promosso dal Cinema Ritrovato della Cineteca di Bologna: Enamorada, di Emilio “El Indio” Fernández.
Enamorada esce per la prima volta nelle sale nel 1946, nel bel mezzo dell’epoca d’oro del cinema messicano che a partire dalla seconda guerra mondiale ha vissuto un incremento della sua produzione. Si poteva dire essere nata una vera e propria industria, con società nazionalizzate volte a promuovere i film su tutti i possibili mercati, anche se la produzione era ristretta a un certo numero di registi, quasi mai giovani esordienti, a cui era imposta la realizzazione di film di genere, a basso budget e girati nel minor tempo possibile. Solo i progetti per cui si prevedevano grandi incassi potevano aspirare al grande schermo, e quindi ad incontrare il grande pubblico.
Da questo particolare contesto storico deriva probabilmente l’aderenza ai generi del cinema hollywoodiano che entrano anche nel film di Fernández, abile però nel maneggiarli, mescolarli ed inserirli all’interno di una messa in scena e regia che fanno del film uno splendido esempio di cinema messicano. Ecco dunque che la trama di Enamorada si snoda tra melodramma, nella storia d’amore contrastata e nella presentazione classica dei personaggi, western e screwball comedy. Accanto ai canoni che questi generi si portano inevitabilmente dietro non mancano però punte di particolare originalità: Maria Félix (che interpreta Beatriz) è di certo presentata con un primo piano che esalta la sua bellezza, ma è anche una donna anomala, si potrebbe dire quasi una femminista, che non ha bisogno e non vuole sottomettersi a un uomo, ma sa cavarsela da sola. A questo bene si abbina la fotografia di Gabriel Figueroa, che elabora immagini pittoresche di panorami con un’ampia profondità di campo.
La storia d’amore tra Beatriz e il generale ribelle José Juan Reyes (Pedro Armendáriz) si inserisce all’interno della cornice della rivoluzione messicana del 1917 alla quale lo stesso regista ha preso parte e che probabilmente per questo motivo si fa non solo sfondo ma anche in qualche modo protagonista di una storia che celebra i soldateras, vale a dire le mogli dei soldati che durante la rivoluzione seguivamo i loro uomini talvolta anche sul campo di battaglia.