Cosa succede se i siti più influenti dell’indie-web definiscono un progetto musicale ai primi solchi “il gruppo più figo del momento”? Nel mio caso che rischio di prendere di petto il giudizio e passare oltre. Per fortuna ho scoperto i Superorganism prima di imbattermi nell’incoronazione sine iudicio di cui sopra, inebriato dalla semplicità effervescente della loro musica prima ancora che della loro storia di combo multirazziale partorito dalla comunicazione 2.0. L’ottetto anglo-austral-nippo-neozelandese, lungimiranza social a parte, dimostra nel suo album di debutto omonimo di avere poche idee ma molto chiare: Siamo qui adesso, divertiamoci. Domani si vedrà. Ecco la ricetta che sforna brani come Something For Your M.I.N.D, Everybody Wants to Be Famous, o Nobody Cares, filastrocche elettroniche fanciullesche che si appiccicano al cervello e non se ne vanno più: nessuna sperimentazione, nessuna ricerca, nessuna novità. Basta Garage Band per crearle, nemmeno uno studio di registrazione, ma chi se ne frega? Quanto sono belle! Ne voglio ancora e ancora! E a fottersi la trap! Nelle decine di articoli on-line che raccontano questi imberbi musicisti gli argomenti che si alternano sono essenzialmente due: l’hype per la vocalist minorenne e la prurigine nerd per il loro sito internet in html. A me viene invece da dire: compratevi il vinile e ascoltatevi il disco che forse torniamo a dare la giusta importanza al potere della musica. Ah, poi correte a vederli dal vivo, qui non ho esperienza da svendere ma ho in compenso un forte sospetto: che il progetto Superorganism avrà vita inversamente proporzionale a quello della balena che li rappresenta sulla copertina del disco e visto che passano in concerto dal Locomotiv non dite poi che non lo sapevate!
Gianmarco Pari
Mercoledì 14 novembre ore 20.30, Locomotiv Club, via S. Serlio 25/2, Bologna
info: locomotivclub.it