Follow the sound è il titolo dell’undicesima edizione del festival Transimission XI, iniziata al Bronson giovedì 22 novembre e che continuerà fino a sabato 24 novembre.
Per la sua seconda serata di venerdì 23 novembre, l’undicesima edizione di Transmissions si sposta negli spazi delle Artificerie Almagià, dove su due palchi si alterneranno sei tra i più importanti artisti della scena internazionale. Si inizia con le composizioni in costante equilibrio tra forma e caos del franco-canadese Eric Chenaux, al quale seguirà l’eclettico blues-folk dei “padroni di casa” Comaneci, trio ravennate guidato dall’inconfondibile voce di Francesca Amati. Quindi il songwriting impro e minimalista del bibliotecario-eremita scozzese Richard Youngs, che ha stupito nuovamente la critica di tutto il mondo con il suo ultimo album Belief (interamente registrato a partire da sample ricavati da sibili di nastro, battiti di mani, radio, ventilatori). Dopo il live al Bronson della prima serata, tronano anche all’Almagià Jessica Moss e Carla Bozulich, che insieme al violoncellista italiano Francesco Guerri saranno protagoniste di uno Special set. Poi sarà la volta del songwriting grezzo ed emotivo del giovane Daniel Blumberg, fenomeno indiscusso della scena che ruota intorno al mitico Café Oto di Londra, che suonerà insieme a Billy Steiger. Infine, le sonorità cinematiche di Cindy Lee, alter ego queer di Patrick Flegel (già frontman dei disciolti Women).
E prima dei concerti, dalle 18 alle 20, nel vicino Akamì/Darsena Pop Up, ci saranno incontri, mostre e dj set.
Sabato 24 novembre la serata si apre alle ore 20 trasportando gli spettatori nel continente africano con la musica afro-futurista di Ammar 808, nuovissimo progetto del producer tunisino Sofyann Ben Youssef, che si contamina attraverso differenti tradizioni musicali antiche, quasi ancestrali (dal räi algerino alla cerimoniale gnawa, eredità degli schiavi neri). Segue la presentazione di un progetto speciale, ideato ad hoc dal duo Nick Zinner (chitarrista dei newyorkesi Yeah Yeah Yeahs) e Francesco Donadello (sound engineer italiano residente a Berlino, tra i suoi ultimi clienti artisti del calibro di Johann Johannsson, Thom Yorke e Moderat), che darà vita a un inedito esperimento di improvvisazione costruito su sinth modulari, nastri e chitarre processate. Ci si sposta poi in Canada con i Jerusalem in My Heart, vero ponte sonoro tra la musica occidentale e quella araba, dalle composizioni in costante equilibrio tra forma e caos di Eric Chenaux. La serata continua spostandosi in Nord America con il suono evocativo della producer dell’Indiana (ma di base a Chicago) Haley Fohr, il cui quinto album sotto lo pseudonimo Circuit des Yeux, Reaching for Indigo, è stato inserito dal Guardian tra i migliori dischi del 2017 e quello graffiante ed inconfondibile della New York underground a cui Martin Bisi (produttore tra gli altri di Sonic Youth, Swans, John Zorn e Africa Bambataa) ha saputo dare voce e carne con il suo progetto BC35 (edito lo scorso anno da Bronson Recordings). A chiudere la serata e il Festival sarà l’elettronica primitiva e viscerale di Tarkamt, progetto solista del polistrumentista egiziano Cherif El-Masri(membro di The Invisible Hands insieme ad Alan Bishop e della live-band di Nadah El Shazly), che ha dato alla luce a febbraio di quest’anno il suo acclamato debutto solista Live at the Necropolis.
venerdì 23 novembre, Transmission XI, Bronson Ravenna – info: transmissionsfestival.org