Dal 4 al 9 settembre torna anche quest’anno a Bologna il Festival Danza Urbana, nato per riflettere attraverso la danza sui temi che ruotano attorno alle identità culturali. La danza viene intesa in questo contesto come mezzo capace attraverso il corpo di “fare comunità” riaffermando la possibilità e il diritto di vivere liberamente la città e i suoi luoghi.
Poiché il 2018 è stato dichiarato l’anno europeo del patrimonio culturale, il Festival ha deciso di scegliere per questa edizione luoghi che sono patrimonio culturale e identitario della città, cercando di valorizzarne il patrimonio immateriale. All’interno di questa eredità si colloca una particolare attenzione al Mediterraneo come matrice culturale, identità con la quale rapportarsi e alterità arricchente. Questa area geografica verrà quest’anno inclusa tra le iniziative del progetto Italia, Cultura, Mediterraneo del Ministero degli Affari Esteri per lo scambio e la valorizzazione delle diverse identità culturali e sociali, come strumenti per consolidare e rafforzare il dialogo tra i Paesi che si affacciano sulle due sponde del Mediterraneo.
Il Festival si aprirà martedì 4 settembre (dalle ore 18) in Piazza del Nettuno con i vincitori del bando Danza Urbana XL, due spettacoli (Glitch Project di Capuano-Picardi e Heiza di Plaza-Sales) dove il gesto coreografico e astratto intesse legami con le architetture della piazza. A seguire, alle ore 19, all’Atelier dell’Urban Center di Sala Borsa verrà presentato il libro La Rete che danza. Azioni del Network Anticorpi XL per una cultura della danza d’autore in Italia 2015-2017 con gli interventi di Fabio Acca (uno dei curatori del libro), Selina Bassini, Alessandro Carboni e Massimo Carosi. La giornata si chiude alle ore 21 con Ultras Sleeping Dances di Cristina Kristal Rizzo, una coreografia che si compone in orari diversi e su più giorni, in luoghi open air o spazi particolari con i quali riesce a relazionarsi operando delle rotture della dimensione estetica della danza.
Confermato anche quest’anno lo spazio dedicato al Focus Young Mediterranean and Middle-East Choreographers, ideato per la promozione e la visibilità di giovani coreografi arabi. In questa cornice si assisterà, mercoledì 5 settembre, a due assoli, il primo del siriano Mithkal Alzgahir (ore 19 Piazza Scaravilli) e il secondo dell’iraniano Sina Saberi (ore 19:30 Pinacoteca). Con forme diverse, i due artisti esplorano le loro identità culturali, le condizioni politiche, sociali e religiose attraverso la danza. La serata si conclude alle 20:30 alla Scuderia con la proiezione del video-documentario Dancing around the world di Nejla Yatkin esito del progetto che ha coinvolto numerose città, cittadini e danzatori nel mondo.
Giovedì 6 settembre proseguono gli appuntamenti del Focus Y. M. A. M. E. C. con le proiezioni (a partire dalle ore 15) al MAMbo di due video: il primo Les amoreux des banc public. La rue qui résiste avec l’art parla di come l’arte e gli artisti abbiano cambiato il volto e le strade della Tunisia dopo le contestazioni del 2010, il secondo So-city of spectacle, partendo dalle teoria di Guy Debord su La società dello spettacolo, riprende due corpi femminili che si esibiscono nei luoghi pubblici di Teheran sfidando le consuete norme sociali e morali. In questa cornice si inserisce anche l’incontro Mediterraneo, la danza nei luoghi pubblici come resistenza politica coordinato dalle giornaliste Linda Chiaramonte e Catherine Cornet che affronterà, insieme ai danzatori del Focus presenti al Festival, alcuni snodi tematici attorno a cui ruota il loro fare arte. Alle ore 19 appuntamento al Parco del Cavaticcio con il primo dei due spettacoli della MasDanza Platform: Agua di Chey Jurado che partendo dal linguaggio della break dance incarna i diversi stati dell’acqua. A seguire alle ore 19:30 nel cortile del Cinema Lumiere, Stella Spyrou con Ómnira propone un riflessione danzata sulla morte del ribelle cipriota Afxentiou.
Il 7 settembre alle ore 18, presso la Cappella Farnese torna l’appuntamento con il Focus Y. M. A. M. E. C con Radouan Mriziga che presenterà la sua creazione, dal titolo 55. A seguire, la prima nazionale di Shine my blind way del coreografo tunisino Seifeddine Manai (Piazza San Francesco ore 19) autore che testimonia come sia possibile, dopo la primavera araba, riuscire a far nascere una compagnia capace di radicarsi tanto in Tunisia quanto in Francia. Per finire alle ore 21 con Francesca Pennini / Collettivo Cinetico con lo spettacolo corale How to destroy your dance un meccanismo scenico teso a distruggere ogni artificio formale della danza.
Sabato 8 è la volta di Yes, I’m a witch il lavoro di Francesca Penzo e Said Ait Elmoumen che, partendo da un laboratorio interculturale al femminile per donne migranti, va a ricercare i punti di incontro corporei tra culture e identità differenti di cui le donne sono portatrici (ore 18:30 Piazza di Porta Ravegnana).
Il Festival si conclude domenica 9 settembre a Monterenzio con il progetto Monte Bibele: tra natura, archeologia e danza inserito nel programma di eventi DiversiViaggiando del Distretto culturale Savena-Idice. Una giornata dedicata alle visite guidate all’area archeologica di Monte Bibele e alla danza con la creazione site-specific delGruppo Phren 44° nord e 11° est.
Come ogni anno il Festival Danza Urbana cerca volontari per l’organizzazione della manifestazione. I maggiorenni interessati a diventare parte dello staff potranno compilare la Scheda Volontario Danza Urbana 2018 e inviarla all’indirizzo staff@danzaurbana.it (specificando nell’oggetto della mail VOLONTARIO), insieme al tuo curriculum vitae, entro il 2 settembre. I candidati selezionati saranno convocati per un colloquio informativo.
Dal 4 al 9 settembre, Festival di Danza Urbana, Bologna – info: danzaurbana.eu