La musica a scuola con Notelementari

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Notelementari_2018©LC Photos

Notelementari è un’esperienza corale ed unica nel suo genere, da quattro anni vede la partecipazione, a titolo gratuito, di grandi nomi della musica italiana ed il coinvolgimento dei bambini delle scuole primarie con l’intento di sottolineare l’importanza dell’apprendimento musicale. Promotori del progetto, insieme a Paolo Fresu e Sonia Peana, l’Arci Bologna e Quartiere Savena. Il concerto di raccolta fondi ha permesso, nel corso degli anni, la realizzazione di attività creative e musicali gratuite per i bambini delle scuole di Bologna – dai nidi alle primarie – e per corsi di formazione e sensibilizzazione dedicati a genitori, educatori e operatori musicali.

Notelementari è un po’ una costola di nidi di note, un progetto che esiste dal 2010 e nasce da me e mio marito, Paolo Fresu – esordisce così Sonia Peana nel raccontarci l’evento –, da una forte passione per la musica ma anche da un’esigenza: con un bimbo piccolissimo che frequentava il nido abbiamo chiesto se in quella realtà ci fossero delle attività artistiche o musicali, non essendo previste abbiamo pensato di introdurla noi, anche solo per la scuola, e così, con gli amici musicisti abbiamo organizzato un evento che in qualche modo potesse portare la musica affinché tutti potessero fruirne liberamente”.

E’ il concetto della musica “prêt-à-porter” mi sembra di capire, fruibile a tutti partendo dai bambini che sono autentici e riescono a trasmettere la musica nella sua purezza e scevra da tutti i tecnicismi, dandovi così anche modo di essere più creativi, immagino. “Si, esattamente – prosegue Sonia – il progetto, infatti, si è sviluppato intorno al concetto di far comprendere ai genitori, alle famiglie e alle istituzioni che cos’è la musica a quell’età. Questo perché spesso si pensa alla musica come ad un qualcosa che dev’essere prodotta ed al bambino come semplice esecutore, che suona uno strumento. Noi invece lavoriamo partendo dall’ascolto della musica e dal suo assorbimento che, se ci pensiamo bene, avviene istintivamente già quando il bambino è nel ventre materno”.

Con questo metodo – assorbimento della musica attraverso l’ascolto – si lascia il bambino all’improvvisazione, alla libera interpretazione della musica? “Si e soprattutto con questa metodologia di insegnamento è proprio il jazz ad essere perfetto, perché in realtà è un lavoro di grande improvvisazione. Nel senso che per avvicinare i bambini alla musica devi improvvisare e farli interagire con essa, devi avere intuito, una conoscenza e sensibilità tale da essere capace di cogliere i piccoli messaggi che il bimbo ti lancia ed in qualche modo rafforzarli”.

Bruno Nataloni_lettura del Il brutto anatroccolo_©LC Photos

Di conseguenza sarà il bambino a scegliere liberamente lo strumento a lui più congeniale? “Si, ma anche in questa fase, come lungo tutto il percorso, sarà seguito da un docente esperto che avrà un grande rispetto dei suoi tempi e della sua sensibilità, perchè la musica è invasiva, arriva e tocca mille corde, soprattutto dei sentimenti. Sembrerà strano, molti bimbi all’inizio piangono, ma non è il pianto dettato dalla preocupazione che la musica non gli piace ma semplicemente dal fatto che con le sue vibrazioni smuove e tocca nel profondo la sensibilità; per questi motivi prestiamo molta attenzione a quali impulsi rispondono, a dargli libertà, ad avvicinarci pian piano e mettendoci in ginocchio, alla loro altezza per metterli a proprio agio. Bisogna riconoscere che c’è un grande lavoro da parte degli esperti e questo è davvero importante”.

Un grande studio pedagocico: l’adulto che si mette a “servizio” del bambino. “Esattamente, ed entra nel suo mondo e questo lo arricchisce incredibilmente. Ci divertiamo – lo dice sorridendo e con sguardo sognante – ma allo stesso tempo è anche molto stancante perchè ci muoviamo tantissimo. Le attività, per essere efficaci, devono essere sempre molto brevi perchè i bambini hanno una concentrazione limitata e tu devi fare in modo che quei tre quarti d’ora li devono vivere senza annoiarsi. La musica è nel gioco, c’è molto movimento, ritmo, intonazione e ascolto. E’ proprio un lavoro di grande assorbimento musicale. In questo modo il bambino comincia ad essere sicuro di sè ed a proporre delle cose. Siamo tutti esseri ritmici e intonati, è che alcuni hanno bisogno di far venire fuori la propria attitudine o talento o semplicemente la maniera di come esprimerlo. Per questi motivi noi puntiamo tanto alla fase di età dai 0-6 anni, perchè è il momento ideale. Siamo consapevoli del grande dono che la musica ha ed alla sua utilità per la crescita del bambino. In questo senso ci sono tantissimi studi anche delle neuroscienze avallati da importanti studiosi che riconoscono il ruolo fondamentale della musica nella crescita dell’individuo. Nonostante ciò, ahimè, la musica nelle scuole, a differenza delle altre materie, non è ancora entrata dalla porta principale sebbene sia uno dei linguaggi più completi, è l’unico che non ha bisogno di una lingua, di traduzioni, perché universale tant’è, ribadisco, che ci permette di comunicare anche con i lattanti che rispondono perfettamente agli stimoli musicali. Non a caso il tema di quest’anno è il “diverso“, inteso come l’abbattimento di tutte le barriere, anche linguistiche”.

Eugenio Finardi_©LC Photos

Abbiamo fatto tesoro delle parole di Sonia e con gran entusiasmo siamo accorsi al concerto Notelementari. Il parco della Scuola Cesare Pavese è diventato teatro e palcoscenico di uno spettacolo al di là di ogni aspettativa. Al calare della sera si “apre il sipario” e Bruno Nataloni legge con divertente e recitato trasporto “il brutto anatroccolo“; alla lettura alternata dei brani, complessi di bambini delle Scuole Elementari Pavese e Ferrari si esibiscono in due performances stupefacenti non solo per l’età degli “artisti” ma anche per la bravura e la coordinazione: suonatori di tamburi, campanelle, ed altri strumenti fatti di conchiglie e canne di bambù il primo; battiti di mani e calpestii di piedi a ritmo di musica il secondo. Al termine salgono sul palco gli ospiti della serata: Paolo Fresu e Sonia Peana, Stefano Nosei, Federico Poggipollini, Silvia Testoni, Marco Ghilarducci, Luigi Mosso, Adriano Cofone, Bruno Nataloni ed infine Eugenio Finardi che, in linea con il tema della serata, tra le tante, ci canta ”amore diverso”.

Una serata frizzante che ha regalato autentiche emozioni, dove i bambini nel loro “piccolo” hanno saputo rendere omaggio alla musica, vera protagonista, ed ai “grandi che per l’occasione si sono esibiti divertendosi.

Notelementari è di più di tutto ciò, è un’ esperienza anche didattica che non contempla le differenze, che Eugenio Finardi riassume perfettamente nel suo messaggio: ”Prima ancora di imparare a parlare, di imparare qualunque linguaggio, noi impariamo già il linguaggio della musica, lo impariamo istintivamente. Nella musica non c’è mai stata una torre di babele, è un linguaggio veramente universale che ogni essere umano può capire e i bambini più di tutti gli altri perché sono aperti a qualunque cosa sia nuova e sia bella. La musica educa al bello ed educa ad essere dei begli esseri umani”.

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