In arrivo un altro appuntamento con la rassegna Giovedì 6×6 al Supercinema di Santarcangelo di Romagna. Giovedì 19 aprile alle ore 21 protagonista del grande schermo sarà “Elle”, la pellicola francese del regista Paul Verhoeven presentata nel 2016 al Festival di Cannes.
Michelle – interpretata dal premio Oscar Isabelle Huppert – è una donna in carriera, proprietaria di una compagnia che produce videogiochi, che non manca mai di esprimere il proprio giudizio tagliente su ogni cosa senza mai preoccuparsi troppo dell’effetto che questo può avere sugli altri. Forse è anche per questo suo carattere che i rapporti della donna con le altre persone risultano difficili: separata dal marito, ha problemi a relazionarsi col figlio che sembra preferire la migliore amica della madre come punto di riferimento. Migliore amica che è anche socia e moglie dell’amante di Michelle. Un intreccio complicato dunque di relazioni che non hanno nulla a che fare con l’amore, ma piuttosto semplicemente legate a un desiderio sessuale inappagabile. Le relazioni non migliorano neanche sul fronte genitoriale: il padre è in carcere, accusato di pluriomicidio a danno di 27 persone, tra uomini, donne e bambini; la madre è il tipico stereotipo di donna che non riesce ad accettare il passare degli anni e che, nel tentativo disperato di ringiovanirsi, si accompagna a giovani uomini.
La vita di Michelle, già di per sé complicata, viene completamente stravolta fin dal principio del film quando diviene vittima di stupro da parte di un uomo con il passamontagna. Ad aprire la pellicola sono urla e gemiti, seguiti da un’immagine che non lascia spazio all’immaginazione. Alla violenza mai denunciata, seguono scene di attesa e ansia, mentre si segue la protagonista cercare di scoprire l’identità dello stupratore. Quando “finalmente” l’uomo farà ritorno, Michelle intraprenderà con lui un gioco perverso e pericoloso.
Un film ricco di contrasti: da un lato una donna verso la quale lo spettatore prova profonda pena visto il passato che ha segnato la sua vita, lo stupro e gli episodi di violenza e intimidazione fisica e psicologica, ma dall’altro la sensazione di una profonda avversione per un personaggio estremamente amorale, in grado di parlare degli omicidi di suo padre con il sorriso sulle labbra. Un contrasto che si rintraccia anche nella stessa costruzione del film che alterna continuamente scene di violenza a situazioni quasi comiche. Un comico melodrammatico dunque che conferisce all’intera pellicola un gusto alquanto grottesco.