Un corpo estraneo: Marilisa Cosello e Vincenzo Frungillo ospiti di Corte Zavattini 31

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L’occasione è quella del finissage di Heimat, domenica 25 febbraio, che CORTE ZAVATTINI 31 sceglie di celebrare impreziosendo la bi-personale dedicata a Mària Chilf e Maurizio Battaglia con un nuovo e originale spunto di riflessione sulle relazioni che intercorrono tra pensiero politico e pratica artistica. Al centro di Un corpo estraneo c’è il dibattito sul corpo umano, usato mezzo di propaganda e veicolo di precise ideologie politiche. La formula è sempre quella del confronto a due voci, in questo caso quelle di Marilisa Cosello e Vincenzo Frungillo, che nella diversità della loro pratica – la prima è una giovane fotografa con una carriera internazionale mentre il secondo è un raffinato poeta –  entrano in un dialogo serrato sull’esercizio ginnico, inteso come coercizione fisica per rispondere a canoni estetici imposti dal regime politico.

Marilisa Cosello, Esercizi Obbligatori

Nelle immagini di Cosello (Salerno, 1978) si indaga l’adesione a comportamenti sociali convenzionali, come il culto della perfezione fisica, che l’artista ci restituisce in una vera e  propria sequenza scenica di esercizi con cui racconta la mutazione dell’essere umano quasi in un automa alla continua ricerca della perfezione.  Con il suo Ogni Cinque Bracciate, Frungillo si accosta a queste immagini, raccontando dell’epica impresa di Renate, Karla, Lampe e Ute, le giovani atlete che negli anni Ottanta riescono a sfuggire dalla Germania Est, portando sui loro corpi i segni indelebili di un sistema politico che si è insinuato in ogni aspetto della loro esistenza.

Vincenzo Frungillo
Vincenzo Frungillo

Sull’opera di Frungillo Roberta Bertozzi osserva come in essa si ritrovi una riflessione su «un “nuovo mito di fondazione” occidentale, basato sul criterio di una pianificazione e di una omologazione totale delle collettività, in una ingerenza del potere fin nella stessa carne delle persone, nella loro identità organica e genetica. Senza ridurre, come ha cura di notare lo stesso autore, il senso del libro a una “questione biopolitica”, credo che il merito e la forza di questa opera stia nell’indicarci come ancora sia possibile, a fronte della generale latitanza o disgregazione della storia, rinvenirne il complesso anche a partire da un solo sintomo, una sola circoscritta vicenda; nel mostrare come essa continui, se pure per vie carsiche, sotterranee, non simbolicamente eclatanti, a incidere i suoi tagli nei corpi e nelle coscienze, tagli che reclamano testimonianza». Appuntamento, imperdibile, domenica 25 febbraio.

Domenica 25 febbraio

CORTE ZAVATTINI 31
ingresso via Manara Valgimigli / via Salvatore Quasimodo
Cesena

Info: www.cristallino.orgwww.cortezavattini31.com