Scuola di filosofia Praxis. Primo giorno, fra realtà e ambiguità del possibile

La quarta edizione si apre a Forlì con Gaetano Chiurazzi, collaboratore di Gianni Vattimo. Mattina riservata agli iscritti, pomeriggio aperto a tutti.

0
875
Gaetano Chiurazzi

 

Al via la quarta edizione della Scuola di filosofia Praxis, nata e cresciuta a Forlì perché un gruppo di studiosi proveniente dall’ambito universitario (Carlo Sini, Rocco Ronchi, Florinda Cambria, Federico Leoni), insieme a ricercatori impegnati nelle arti performative ma con fortissimi interessi filosofici (Masque Teatro), hanno voluto creare «un luogo in cui la filosofia tornasse ad essere quello che è sempre stata e che non dovrebbe mai smettere di essere: l’ambito nel quale sperimentare e  creare nuovi concetti in grado di illuminare il presente e nel quale formulare ipotesi razionalmente fondate sul futuro possibile».

L’edizione 2017 di Praxis, che ha come tema Il possibile e il reale, si apre giovedì 27 luglio con Gaetano Chiurazzi dell’Università di Torino, studioso dal respiro internazionale che, tra l’altro, insieme a Gianni Vattimo dirige la rivista Tropos. Rivista di ermeneutica e critica filosofica.

Alla mattina, dalle 10 alle 13, il filosofo condurrà il seminario, riservato agli iscritti, Ontologia dell’incommensurabile, o la realtà del possibile: «Il seminario costituisce un percorso teorico che parte dal problema matematico che emerse nell’antichità greca riguardante le grandezze incommensurabili. Si tratta di una questione centrale nella filosofia di Platone. La tesi di fondo che si intende seguire è che questo problema costituisce il fulcro della rivoluzione concettuale che porta Platone a prendere in considerazione il movimento nell’essere, e in particolare della stessa definizione dell’essere come dynamis nel Sofista. L’ontologia dinamica che così si prospetta, e che trova il suo sviluppo nella fisica aristotelica, è cioè un’ontologia dell’incommensurabile. A partire da questa fondamentale tesi, si cercherà di seguire, come si è detto, un percorso teorico che riguarda ulteriori aspetti dell’ontologia dell’incommensurabile, che trovano espressione a mio giudizio nel trascendentalismo kantiano e nella filosofia hegeliana, fino a Heidegger: la “realtà del possibile” (questa è la definizione aristotelica del movimento) comporta la presa in considerazione, come è mostrato sin dalla Fisica di Aristotele, di concetti come quelli di infinito e di continuo, i quali comportano una critica dell’ontologia sostanzialista e delle forme di realismo oggettuale che ad essa si rifanno».

Al pomeriggio, dalle 15 alle 18 (ingresso gratuito fino a esaurimento posti), è in programma la conferenza aperta al pubblico Tra eccedenza e difetto: l’ambiguità del possibile: «Il concetto di “possibile” esprime una mancanza o un’eccedenza? Nella definizione aristotelica la possibilità è caratterizzata da una mancanza (steresis). Si vuole invece mostrare che questa definizione non è esaustiva: ciò che è possibile può infatti indicare anche un’eccedenza rispetto alla realtà, proprio perché è qualcosa “di più”, allude a ulteriori possibilità, cambiamenti, sensi, che non sono presentemente dati. Questa struttura ambigua, che, per ragioni che saranno esplicitate, chiamo “corismatica” (in riferimento al concetto di chora), è la struttura del continuo, ma allo stesso tempo è indice di una funzione cognitiva che eccede sistematicamente il reale, e cioè della comprensione».

 

27 luglio – Forlì, Sala Ex Consiglio del Palazzo della Provincia di Forlì-Cesena, Piazza Morgagni – info e iscrizioni: 393 9707741, praxis-scuoladifilosofia.eu