Lenz Fondazione, un mese dedicato a Hölderlin. Si comincia con Hyperion

Maria Federica Maestri e Francesco Pititto tornano all’amato poeta, filosofo e drammaturgo romantico tedesco.

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Paul Wirkus + Lenz Fondazione, Hyperion - © Francesco Pititto

 

È un percorso di ricerca unico in Italia, quello che Maria Federica Maestri e Francesco Pititto hanno dedicato a Friedrich Hölderlin, il poeta, filosofo, drammaturgo romantico tedesco morto pazzo dopo quasi quarant’anni vissuti rinchiuso nella sua casa-torre di Tubinga: dal 1991 al 1994 i direttori artistici di Lenz Fondazione hanno infatti curato la mise-en-site della quasi totalità delle sue opere, ritradotte appositamente per la scena (le tre stesure de La Morte di Empedocle, Edipo il tiranno, Aiace, Edipo a Colono, Antigone).

Dopo diverse incursioni drammaturgiche in altre creazioni –Faust 2, Chaos– nell’ultimo triennio i registi sono ritornati all’autore amato: nel 2014 con Hyperion/Diotima e nel 2015 con Hyperion #2 Solo quando le case e i templi sono morti le bestie selvagge osano nelle porte e per le strade. Si è trattato di due performance visuali e musicali: la prima ispirata a Diotima, figura tra le più complesse della mitografia hölderliniana e protagonista del dialogo filosofico-amoroso con il giovane Iperione; la seconda dedicata al rapporto tra desiderio di rivoluzione e realtà della storia. Hyperion, parte conclusiva di questa trilogia è, come i primi due episodi, frutto della residenza artistica di Paul Wirkus, importante compositore polacco da anni collaboratore della Fondazione.

 

Paul Wirkus + Lenz Fondazione, Hyperion – © Francesco Pititto

 

«Hyperion è un’opera-trittico in cui si fondono costantemente presente e passato, Germania e Grecia in un continuo scambio reciproco di prospettive e paesaggi» suggerisce Maria Federica Maestri, responsabile di installazione, elementi plastici e regia «Il passaggio dal pensiero filosofico al fallimento dell’atto rivoluzionario è l’elemento centrale di questa terza parte del trittico; il compimento del tracciato politico di Iperione è segnato dalla fine dell’amore per Diotima e della sua irriducibile volontà autodistruttiva». «Tutto è giocato sulla parola interiore che coglie la sua impotenza ma al contempo non può smettere di vibrare» ha sintetizzato il critico romano Giulio Sonno, che ha definito lo spettacolo «statuario, minimale, denso, come sempre scenicamente affascinante».

Hyperion, interpretato da Adriano Engelbrecht e Valentina Barbarini, dopo il debutto nel novembre scorso al Festival Natura Dèi Teatri, sarà riproposto, negli spazi di Lenz Teatro, da giovedì 18 a sabato 20 maggio alle ore 21.00.

La settimana seguente, venerdì 26 e sabato 27 maggio (ogni giorno in doppia replica alle ore 18.00 e alle ore 19.15), al Museo Archeologico Nazionale di Parma nel complesso del Palazzo della Pilotta, debutterà Questa Debole Forza, proposta in collaborazione con il Teatro Regio in concomitanza con la presentazione di Prometeo – Tragedia dell’ascolto di Luigi Nono al Teatro Farnese. L’installazione visuale e performativa site-specific nella Sala delle Statue di Veleia indagherà «i percorsi dell’Isola Seconda di Prometeo e il frammento del Canto di Iperione e del Destino di Friedrich Hölderlin».

State in ascolto.

 

18-20 maggio, ore 21 – Parma, Lenz Teatro, Via Pasubio 3/e – info: 0521 270141, 335 6096220, lenzfondazione.it