Paolo Benvegnù: “Se io fossi un esploratore delle stelle?”. Al bancone con Victor Neuer, nell’Astrobar Sinatra

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Il suo ultimo tour procede a pieno ritmo fra concerti nei migliori club d’Italia e showcase in occasione di eventi speciali come il Festival Mann al museo archeologico di Napoli, dove è stato artista residente dal 19 al 25 aprile, o come la Fiera dell’Editoria di Milano, in diretta su Rai Radio 3. Ora arriva anche l’annuncio della partecipazione al concerto del Primo Maggio a Roma, dove suonerà insieme a Marina Rei: stiamo parlando di Paolo Benvegnù, cantautore milanese oggi trapiantato in Toscana che venerdì 28 aprile sale sul palco del Locomotiv Club di Bologna. Presenta dal vivo H3+, il nuovo disco uscito a marzo per Woodworm Label che prende il nome dalla particella più piccola dell’universo, lo ione triatomico d’idrogeno. L’ex leader degli Scisma scopre la magia di questa particella, “che rappresenta il vuoto ma contiene in sé il tutto”, nel suo viaggio fra le galassie insieme a un immaginario esploratore dello spazio, Victor Neuer. Un alter ego affascinante e misterioso, che si avventura nell’oscurità interrogandosi sui sentimenti umani come l’amore, o la felicità. Che ritrova (forse) il suo io seduto al bancone di un Astrobar Sinatra, per poi scivolare nuovamente verso la terra sotto forma di pioggia. Va a chiudere una trilogia, questo disco, iniziata con Hermann, nel 2011, e poi proseguita con Earth Hotel nel 2014: una triplice opera dai toni intimisti con la quale il cantautore ha scavato “negli abissi dell’animo umano”. Ora mettendo un po’ da parte quel velo cupo che calava sui suoi precedenti lavori.

Come avviene l’incontro con questo Victor, esploratore dello spazio?
Come spesso capita per le cose più importanti, è stato un incontro fortuito. Ero alla ricerca di qualcosa di meno confortante della realtà, delle cose che conosciamo, che ultimamente mi vanno un po’ strette. Così mi sono addentrato nell’oscurità. Mi sono chiesto: se io fossi un esploratore delle stelle, che cosa proverei di fronte al vuoto?

E cosa hai scoperto?
Che in realtà è un vuoto pieno di vita. Che anche la più piccola particella dell’universo, lo ione triatomico d’idrogeno (da qui H3+, il titolo del disco, ndr), ha in sé il tutto.

Cosa ti ha spinto a partire per questo viaggio?
Credo che chi scrive canzoni abbia dei vuoti da riempire. Oltre ad essere stata l’occasione per chiudere una trilogia, la mia avventura nello spazio è legata a questa esigenza di esplorare l’abisso che è in noi, che è un po’ come andare alla scoperta di un pianeta sconosciuto. Perché, vede, il conosciuto a volte può essere noioso e banale…

Victor, alla fine, dove trova la felicità?
Quando mondo reale e mondo immaginario si avvicinano, lì c’é la felicità. Spesso ci aspettiamo il relativo, e in questo relativo finiamo per creare un grande caos. In realtà è tutto molto più semplice, la felicità si trova in ogni cosa. Scoperta banale? Io trovo che vivere le cose per quello che sono sia un miracolo eccezionale.

E Paolo Benvegnù ha trovato la felicità?
Negli ultimi anni ho imparato a guardare il cielo. Prima non lo guardavo mai…

Salirai anche sul palco del Primo Maggio a Roma, con Marina Rei.
La cosa che più amo di questo particolare momento artistico è la possibilità di saltare da una situazione all’altra mantenendo una stessa visione delle cose. Una volta ero più in difficoltà in questo senso, ora diciamo che sono anche cresciuto come essere umano. E poi credo sia un privilegio fare il mestiere del musicista, ogni giorno è capace di regalarti stupore.

Gli Scisma, con cui lo scorso anno hai fatto un piccolo tour e un mini album, sono ancora un capitolo aperto?
Siamo una cellula dormiente del “nascondismo”, della nostra timidezza. L’idea è quella di fare un disco definitivo, ma non sappiamo se questa possibilità si potrà mai verificare. Se ci saranno le condizioni ideali, sarà una cosa molto veloce e molto “indolore”. Per ora ognuno di noi è affaccendato nella sua vita.

Guardando alle nuove generazioni, c’è un artista che apprezzi particolarmente nel panorama musicale italiano?
Io mi sento un po’ un outsider, ma credo che mai come in questo momento ci siano state così tante cose interessanti, in Italia. Penso a molti artisti della mia generazione, ma anche alle cosiddette nuove leve. I miei gusti, poi, orbitano anche in Romagna: Pieralberto Valli scrive cose meravigliose, ad esempio. Io un disco con lui lo farei volentieri.

Nuovi progetti in cantiere?
Di essere un uomo buono. Un bel progetto, vero? Anche molto difficile.

 

28 aprile Bologna, Locomotiv Club, via Sebastiano Serlio 25/2, info 348 0833345 www.locomotivclub.it