All’Arena del Sole di Bologna va in scena questa sera, martedì 21, e domani, mercoledì 22, in sala Leo de Berardinis, L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello diretto e interpretato da Gabriele Lavia, prodotto da Fondazione Teatro della Toscana e Teatro Stabile di Genova. L’attore e regista torna a confrontarsi con il drammaturgo italiano novecentesco che più di ogni altro ha influenzato il teatro del nostro tempo, dopo il fortunato allestimento di Sei personaggi in ceca d’autore.
Arricchito con altre novelle del drammaturgo agrigentino, in cui centrali risultano i temi della donna e della morte, lo spettacolo ha come comune denominatore il bisogno di esorcizzare le paure dietro una qualche forma di maschera.
L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello, rappresentato per la prima volta il 21 febbraio 1923 al Teatro Manzoni di Milano, si ispira alla novella “La morte addosso”. La scena maestra è l’incomunicabilità, la solitudine che si aggrappa alla banalità dei particolari più piccoli e insignificanti del quotidiano per cercare di rintracciare una superiorità della vita sulla morte.
«”La morte addosso” potrebbe essere il sottotitolo di tutta l’Opera Letteraria di Pirandello – afferma Gabriele Lavia – si sa che fin dalla sua fanciullezza il piccolo Luigi fu come ‘risucchiato’ dall’orrore e dal mistero della Morte. L’episodio, famosissimo, del cadavere e dei due amanti, accaduto al giovanissimo Luigi, in quello strano ‘fondaco’ buio, segnò per sempre lo Scrittore e la sua Opera».
La scena, disegnata da Alessandro Camera, si apre nella sala d’attesa di una stazione ferroviaria del Sud Italia. Si tratta di una scenografia imponente con al centro un grande orologio che ha smesso di funzionare. L’uomo dal fiore in bocca comincia a parlare con un’insistenza crescente, ironica e disperata, esponendo considerazioni amare che rivelano terribili verità: l’uomo è infatti vittima di una malattia incurabile.
Mentre è in preda a queste dolorose confessioni, egli vede dietro la grande vetrata della sala d’attesa l’ombra della moglie, interpretata da Barbara Alesse. È una donna preoccupata, lo vorrebbe curare col proprio affetto, ma a lui non è di consolazione, anzi, è un ostacolo alla sua stringente necessità di vivere.
«Il breve atto unico – spiega Lavia – è stato interpolato con ‘pezzi’ di novelle che affrontano il tema (fatale per Pirandello) del rapporto tormentato tra marito e moglie che viene visto con il distacco di un’ironia che rende i personaggi vicinissimi a noi».
In occasione dello spettacolo continua il ciclo di incontri del ciclo ‘Conversando di Teatro’: martedì 21 febbraio alle ore 18, nel foyer del teatro, Gabriele Lavia e la compagnia dialogheranno con Lorenzo Donati di Altre Velocità. All’incontro partecipa Matilde Maresca (insegnante di lettere del liceo A. Righi – Bologna).
21 e 22 febbraio, Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 40, Bologna, 21.00, info: www.arenadelsole.it www.emiliaromagnateatro.com
SILVIA MERGIOTTI