Dobbiamo chiedere venia: all’inizio di quest’anno, all’uscita di Post Pop Depression, l’ultimo disco di studio di Iggy Pop, nel recensirlo non usammo parole tenere, salvo che per i due momenti clou dell’album (Vulture e sopratutto lo strepitoso Sunday). Passata un po’ di acqua sotto i ponti, passati ripetuti riascolti nel corso dei mesi e passate diverse proficue discussioni con Iggy-ofoli DOC, la retromarcia è dovuta: Post Pop Depression è, invece, un disco solidissimo che Josh Homme (Queens Of The Stone Age) ha costruito con l’ex Stooges in modo molto sofisticato – si rifà al Pop della comunella con David Bowie dei secondi anni Settanta ma è anche un gran bell’incontro fra due generazioni di artisti diversi ma non per questo inammissibili uno all’altro. A provarlo è anche l’arrivo di Post Pop Depression-Live At The Royal Albert Hall, doppio CD dal vivo con appendice DVD (stessa scaletta e gran ripresa video) che davvero è una vera bomba.
Accanto a Pop e a Homme (chitarra, voce), sono gli stessi pard del disco di studio: il bassista/polistrumentista Dean Fertita (Queens Of The Stone Age, Dead Weather), il batterista Matt Helders (Arctic Monkeys), il chitarrista Matt Sweeney (Chavez, Zwan, Bonnie ‘Prince’ Billy, Johnny Cash) e il bassista Troy Van Leeuwen (Queens Of The Stone Age). Sembra una fusione a freddo, sulla carta: ascolti il concerto, o magari lo vedi in DVD, e qualsiasi pregiudizio cade di botto, si schianta al suolo. Il sestetto ha messo a punto una formula incendiaria che, del resto, fra le sacre mura della Royal Albert Hall raggiunge livelli a dir poco sublimi, con il sessantanovenne Iggy ancora intatto nel suo repertorio di salti nervosi e stage diving-che-nessuno-lo-sa-far-meglio – tanto con il pubblico assolutamente travolto dalla potenza del tutto. In poche parole: avremmo voluto essere lì.
Niente pezzi degli Stooges, che comunque negli ultimi lustri hanno tirato a lustro la propria leggenda – lungo i due CD corre il Pop dell’anno di grazia 1977, quello dei Bowie-ani The Idiot e Lust For Life, che incontra quello di quasi quarant’anni dopo, appunto il torvo hombre di Post Pop Depression. Josh Homme e i suoi sono decisamente assaltanti quando si tratta di ripercorrere il materiale sacro: l’attacco con Lust For Life è frenesia distillata e il resto il Concorde che prende il volo con Sister Midnight, Sixteen, Tonight, Nightclubbing, The Passenger, China Girl – davvero bella con quella voce cavernosa qualche ottava sotto rispetto all’originale – addirittura la leggendaria Repo Man, tema dell’omonimo film di Alex Cox e unica mosca bianca del lotto, nel senso che il brano è di metà anni Ottanta. Il resto lo fanno intatti carisma, classe e bravura del fuoriclasse di Iggy Pop – capace di non allentare la tensione nemmeno di un millimetro anche con i brani di Post Pop Depression, sia si tratti della già citata e veramente splendida Sunday sia di German Days, di Gardenia o della delirante Paraguay. Già, se fosse davvero una sindrome, vorremmo che la Post Pop Depression non passasse mai!
CICO CASARTELLI
IGGY POP – Post Pop Depression-Live At The Royal Albert Hall (2CD + DVD Eagle-Universal)