Cresce l’interesse per il vino prodotto sulle colline di Faenza. Anche il guru dei vini Daniele Cernilli ne tesse le lodi.
veduta di Oriolo dei Fichi, sulle colline di Faenza (Ra)
Nel cuore della Romagna vitivinicola nuove emozioni prendono forma di calice grazie ad un vitigno autoctono dalla personalità gentile ma al contempo decisa.
È nell’appendice pedecollinare di Oriolo dei Fichi, nel comune di Faenza, che 12 ettari sono vitati a Centesimino, un vitigno dall’incredibile versatilità che ad Enologica – il salone del prodotto tipico dell’Emilia Romagna appena svoltosi a Bologna – ha conquistato anche uno dei principali narratori del vino, Daniele Cernilli.
IL VITIGNO
Una culla di sabbie e argille dà i natali al vitigno autoctono conosciuto, a torto, come “Savignon rosso” per le sue affinità semi-aromatiche con il Sauvignon blanc, pur non avendo nulla a che vedere né con questo né con l’omonimo rouge francese. Il Centesimino si sta ritagliando spazi di interesse nel mercato, riscuotendo apprezzamenti crescenti da critica e consumatori tanto da spingere il Consorzio vini di Romagna ad avviare l’iter per la sua certificazione quale nuova Denominazione d’origine controllata (Centesimino di Oriolo Doc).
La storia di questo vino è particolare e integrata con il territorio d’origine. Seppur fonti attestino la presenza di vigne di questa varietà già nel XVII secolo, è dagli anni ’30 del secolo scorso che la coltivazione riprendere. Una rinascita, post fillossera, resa possibile grazie all’intuizione di Pietro Pianori detto appunto “Centesimino” che dal cortile della sua abitazione nel centro di Faenza riuscì ad ottenere le marze per riprendere la coltivazione a larga scala. Da allora ad oggi la produzione è cresciuta arrivando ad un’estensione vitata che nel 2016 supera i 12 ettari suddivisi in otto cantine (Ancarani, Balducci, Campanacci, Leone Conti, Poderi Morini, La Sabbiona, Spinetta e Zoli Paolo).
LA DEGUSTAZIONE
Nella sua forma classica – vale a dire vinificato in rosso – il Centesimino si presenta con il caratteristico colore rosso rubino intenso, in alcuni casi con sfumature granate. Al naso è soprattutto floreale con echi che raggiungono le tonalità speziate e fruttate. Al gusto è secco, fresco con una equilibrata tannicità. Buona la struttura con una morbidezza spiccata nella fase matura. Caratteristica la chiusura amaricante che pulisce il palato mantenendo una elevata persistenza gusto-olfattiva.
Oggi il Centesimino è vinificato in versione Base (affinamento in acciaio e cemento per 12 mesi), “Riserva” (affinamento in legno per 12 mesi e 12 mesi in bottiglia), Passito (con raccolta tardiva e appassimento in cassette) oppure Spumante Rosè (Metodo Charmat lungo e vinificato in brut).
Ed è proprio l’ampio ventaglio di possibilità di vinificazione del Centesimino a stupire Daniele Cernilli che – nonostante la sua trentennale esperienza maturata come degustatore di vini del Gambero Rosso – ha espresso meraviglia per una chicca autoctona da definirsi unica, che riesce a vestire bene i panni dello spumantizzato rosè fresco e dall’accattivante acidità fino a quelli del passito, dove esprime sensazioni calde, una dolcezza gentile e note tanniche capaci di cullare i palati.