Una maratona creativa di 3 giorni in 16 musei in tutto il mondo, 4 solo in Italia. A Faenza il MUSEO CARLO ZAULI si è trasformato in un incubatore di idee dal 9 al 12 novembre; 3 progetti hanno preso corpo e sono diventati nuovi percorsi museali per migliorare la fruizione e coinvolgere un nuovo pubblico. Ottimo l’esperimento. La composizione delle squadre (16 partecipanti), adeguatamente assortite con comunicatori, designer, maker, programmatori informatici, esperti delle collezioni e mediatori culturali, hanno raggiunto l’obiettivo di remixare il MUSEO CARLO ZAULI con strumenti diversi: grafici, concettuali, sonori e tecnologici. A fine lavori, il museo ha accolto oltre 150 visitatori che hanno testato i percorsi preparati dai team.
«Abbiamo visto un interesse sentito per questa iniziativa – spiega il direttore Matteo Zauli – il Museo è stato invaso dai partecipanti, dallo staff e dal pubblico. Ho aderito con grande entusiasmo a questa formula perché ho intravisto la possibilità di rimettere in discussione questo luogo, per farlo rivivere con altri occhi. Ne sono venute fuori nuove visioni. Ero molto curioso di vedere cosa avrebbero tirato fuori i partecipanti». Matteo Zauli durante la prima giornata della maratona, ha introdotto la storia del museo con grande pathos; si è soffermato sui momenti salienti della vita e dell’attività del padre e sui tanti aspetti di ieri e di oggi legati al luogo. Via della Croce 6 è Museo, centro culturale e residenza d’artista. I museomixers hanno colto l’aspetto evocativo del luogo e del ricordo dell’artista e ne hanno tratto le loro idee che vanno dalle web application, alle mappe interattive a gadget unici e irripetibili; al MCZ restano prototipi che potranno diventare nuovi strumenti di visita al museo.
Tre i progetti ideati.
Rot’Onda: web application, una mappa interattiva che permette al visitatore di essere protagonista e scegliere il percorso preferito (contenuti/esperienze). Ci si deve lasciare guidare dalla web application tramite cuffie comodamente collegate allo smartphone, per sentire i racconti su Carlo Zauli.
Il fil rouge di questo percorso è la storia di Zauli e della genesi del Museo: novant’anni di ricordi in immagini, racconti e oggetti. Poi si esce in città, alla scoperta dei luoghi della sua vita. In questo percorso si trova umanità e concretezza anche attraverso le interviste fatte ad amici, collaboratori e vicini di casa che di Carlo Zauli portano memoria.
“Casa Carlo Zauli”. Da “Museo” a “Casa”: la proposta di un cambiamento che porta ad una dimensione più intima, più familiare, suggestionati dalla testimonianza di Matteo Zauli così generosa, da far sentire anche chi ascolta parte della famiglia. Questo progetto nasce dalla volontà di esprimere il ricco potenziale emozionale per rendere il luogo più caldo e accogliente. La nuova “Casa Zauli” è interattiva, con ambienti sonori caratterizzati da selezioni musicali che evocano la materia, (“Sassi” cantata da Ornella Vanoni, accompagnata da citazioni narrate di Giulio Carlo Argan), le passioni musicali dell’artista e i rumori dei laboratori del ceramista. Gli ambienti sonori sono animati da bellissime immagini di repertorio, in bianco e nero.
Visita Forma-le: in gioco con il processo creativo di Carlo Zauli. Nuove didascalie, maggior comunicazione tra contenuti e pubblico e ogni sala del Museo dedicata a una forma. Visita Forma-le invita il visitatore a seguire un percorso che si sviluppa dal concetto di “forma”. Una serie di sensori, posti nelle sale espositive, mapperanno il comportamento del visitatore che alla fine avrà generato una forma che diventa un braccialetto grazie alla stampante 3d, (dello studio Fab-Lab) che diventa un gadget. Il vero legame tra il visitatore e il Museo.
“Museomix a Faenza è stato un esperimento perfetto per testare questa iniziativa”. – spiega Federico Borreami di ‘Bam! Strategie culturali’, la cooperativa bolognese che ha portato il format Museomix in Italia e a Faenza – Con pochissime risorse e un numero minimo di persone sono emersi contenuti molto forti ”.
Se si desidera approfondire l’esperienza i video (facebook/YouTube) realizzati nelle tre giornate sono davvero eloquenti.