Al via la terza edizione del Festival Cristallino: un percorso itinerante nell’arte contemporanea

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1-studio-francesco-bocchini-ph-luigi-bussolatiTorna alla sua terza edizione il “Festival Cristallino. Luoghi per le arti visive”, un progetto di Calligraphie, con la direzione artistica di Roberta Bertozzi e prosegue la sua ricerca sulle arti contemporanee mutando temporaneamente la sua fisionomia di festival stabile, tenutosi per due edizioni consecutive presso il MUSAS di Santarcangelo di Romagna. A partire da quest’anno il Festival si dirama in un percorso itinerante, alla volta degli studi degli artisti. Il debutto di questa stagione è previsto per domenica 27 novembre, per proseguire fino ad aprile del 2017, e nel mezzo un alternarsi di occasioni d’incontro con l’arte contemporanea proprio all’interno dei luoghi in cui cresce e giunge a definirsi l’atto creativo: gli atelier.

Entrare nell’officina dell’arte contemporanea significa rendere esplicito quell’universo di particolari, di attimi e contingenze, di intuizioni e segni che rendono possibile la sua realizzazione, secondo un cammino che offre al pubblico la concreta possibilità di conoscere il mondo dell’arte attraverso la presenza, le parole e l’opera dei suoi attori.

 

Sarà un’indagine quindi di tutti quei particolari che non si manifestano apertamente in un’opera, ma che restano celati al suo interno: la disciplina quotidiana, i “silenzi” dell’atto creativo, le sue definizioni, e ancora, gli strumenti, il rapporto con la materia, le collezioni e l’immaginario di cui si circonda ciascun artista.

Si comincia domenica 27 novembre dalle 17.30 nei locali dello studio di Francesco Bocchini (via Molino Vecchio 19, a Sant’Angelo di Gatteo), artista che concentra il suo lavoro su materiali come lamiera e ferro per creare meccanismi, installazioni, teche. Come afferma Roberta Bertozzi, che per l’occasione illustrerà i lavori di Bocchini, la sia è «una poetica che affonda le radici nel pensiero delle avanguardie novecentesche, dal futurismo al dadaismo, fino alle macchine inutili di Bruno Munari e Jean Tinguely, in un mix di arte circense e invenzione ingegneristica, gesto ironico e celata drammaticità.

L’universo in cui si muove è fatto di lamiere di ferro a banda stagnata, anche impiegando materiali di recupero, che nelle mani dell’artista si accendono di sollecitazioni emotive, di strappi e sussulti, trasformandosi in sculture dal forte impatto immaginifico e narrativo.»

 

L’esposizione e la visita all’interno dell’atelier dell’artista sarà seguita da una performance musicale, Cena sul ring a cura di The Faccions, un esperimento di elettronica innestato a una rappresentazione sacra ricorrente nell’arte classica, il soggetto de L’ultima cena: disposti intorno a un tavolo infatti i musicisti metteranno in scena un perfetto rituale, tra eufonia e cacofonia, noise music e partiture sacrali. Il gruppo (Michele Lilli, Rodolfo Brocchini, Mariangela Malvaso, Lorenzo Scarpetti, Enrico Liverani, Gabriele Bernardini, Cervellini Marco) che si forma ai tempi degli studi di cinema di animazione, alla Scuola del Libro di Urbino, vanta più di 15 anni di attività . Nel tempo hanno sviluppato vari progetti che spaziano dall’art rock al pop sperimentale e con i loro ultimi lavori si sono avvicinati sempre di più alle arti performative mantenendo il fuoco sul suono e sulla sua dimensione gestuale e spaziale.

Gli appuntamenti performativi di questa edizione di Cristallino, Cena sul ring e 80 mesh – La forma del suono, proseguono la ricognizione di innesti tra forme visive e forme sonore avviata sull’ultimo numero della rivista EDEL, semestrale di pratica cristallina.

Il campo di indagine del sesto numero della rivista, uscito a ottobre 2016, riguarda infatti le potenzialità del suono come dispositivo atto alla costruzione dell’immagine, della visione. Il suono come vocalità, sia in campo teatrale che poetico, come strumento di organizzazione dei volumi sensibili, dinamici ed espressivi, cornice acustica dell’immagine; il suono come struttura, come messa in forma in grado di ri-semantizzare e di orientare la percezione dello spettatore. Infine il suono come segno, partitura grafica, elemento di scansione spazio/temporale, ideogramma o crittografia.

In tutti questi aspetti il suono e, di riflesso, la dimensione complementare dell’ascolto si fanno indice di una diversa via esperienziale, interpretativa e percettiva.

Il Festival in questa nuova veste offre quindi un’occasione speciale per poter entrare nel vivo della creazione teatrale, scoprendone tutte le forme, i segreti, le fatiche e le meraviglie, osservando da vicino il lavoro degli artisti.

27 novembre, via Molino Vecchio 19, a Sant’Angelo di Gatteo, dalle 17.30, info: francescobocchini.com, calligraphie.it

 

SILVIA MERGIOTTI