La bellezza dei passaggi di Monet è al centro di un’importante retrospettiva che la Fondazione Magnani Rocca dedica al maestro dell’impressionismo. L’esposizione ruota attorno al capolavoro Le Bassin des Nympheas (1904) che arriva a Parma in prestito dal Denver Art Museum. Centrale per i curatori è l’esaltazione del metodo di lavoro en plein air adottato dall’artista, che era frutto della volontà di Monet e compagni di immergersi letteralmente nella natura e di rappresentarla senza alcuna mediazione. La serie delle Ninfee, forse la più nota e caratteristica del lavoro dell’artista, si evolve nel suo lavoro facendo sempre più astrazione del dato figurativo nel corso del tempo, tanto che Monet è stato anche celebrato come uno dei fondatori ante litteram dei movimenti astratti, informali, della prima metà del Novecento. I primi studi all’aria aperta partirono nel 1876 con scenari cittadini, come la stazione Saint-Lazare di Parigi e la Cattedrale di Rouen, per poi ancorarsi al dato più prettamente naturale qualche anno più tardi, sul finere dell’Ottocento con le rappresentazioni dei paesaggi e delle rocce della Normandia. In mostra fino al prossimo 11 dicembre.
L.R.
MONET – Quelle Ninfee che anticiparono l’Informale
Fino al 11 dicembre 2016
Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo – Parma.
Orari: martedì – venerdì 10 – 18; sabato, domenica e festivi 10 – 19; chiuso il lunedì
Info: 0521 848327 / 848148 info@magnanirocca.it; www.magnanirocca.it