Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, in concomitanza con due delle più importanti fiere dedicate alla ceramica in Italia: il Cersaie a Bologna e Tecnargilla a Rimini, mette in mostra i lavori di quattro marchi noti dell’industria ceramica: CEDIT – Ceramiche d’Italia del gruppo Florim, Lea Ceramiche, Mutina e Ceramica Sant’Agostino che hanno scelto di investire nella produzione di alcune linee di superfici progettate da designer di importanza internazionale.
“Superfici d’autore” è il titolo della mostra, al MIC di Faenza che inaugura il 22 settembre, alle 19, alla presenza di Giovanna Cassese, presidente dell’ISIA Faenza e l’architetto e designer David Palterer, che raccoglie, fino al 9 ottobre, le migliori produzioni di CEDIT – Ceramiche d’Italia del gruppo Florim, con i lavori realizzati da Barbara Brondi & Marco Rainò, Marco Casamonti, Giorgio Griffa, Franco Guerzoni, Matteo Nunziati, Giorgia Zanellato & Daniele Bortotto; di Lea Ceramiche con Diego Grandi e Patrick Norguet; di Mutina con Barber & Osgerby, Ronan & Erwan Bouroullec, Raw Edges, Patricia Urquiola, Tokujin Yoshioka e di Ceramica Sant’Agostino con Philippe Starck.
Al MIC di Faenza sarà quindi possibile, dopo un breve excursus storico con pezzi appartenenti alla collezione permanente, vedere le eccellenze del design internazionale applicato alla ceramica industriale.
“Nel settore industriale ceramico quando si parla di Design si pensa subito a una produzione italiana. – commenta Eugenio Emiliani, Presidente della Fondazione MIC di Faenza – L’Italia pur calando negli anni la quantità della sua produzione, ha sempre cercato di mantenere o crescere la qualità della stessa e questo ha spesso comportato la collaborazione fattiva con Designer e Artisti. L’evoluzione della tecnologia verso i grandi formati e le lastre ha dato alle aziende, pronte ad investire, le armi per accrescere il proprio posizionamento sui mercati internazionali, attraverso lo studio di prodotti che sanno aggiungere alle migliori qualità tecniche anche una raffinata e moderna qualità estetica. A Faenza abbiamo voluto mettere in mostra i progetti di alcune di queste, realizzati assieme a importanti Designer internazionali, per fare capire quale è il miglior livello della produzione nazionale attuale e quali ulteriori spazi può aprire la ceramica alla architettura moderna”.
Sinonimo per oltre cinquant’anni di sperimentazione materiale e ricerca stilistica in ambito ceramico, CEDIT – Ceramiche d’Italia del gruppo Florim, è tornata ad essere protagonista con una nuova produzione, frutto della collaborazione con alcuni tra i più prestigiosi nomi della creatività Italiana contemporanea. Un viaggio tra tessuti, simboli, erosioni, materie e memorie raccontato attraverso lo sguardo e la creatività di artisti e designer, eccellenze italiane nel mondo appartenenti a generazioni differenti. Universi nascosti che emergono in letture e reinterpretazioni personali innovando l’idea di spazio architettonico, il senso del luogo e del tempo, dell’abitare. A Faenza sono esposti i progetti di Barbara Brondi & Marco Rainò | BRH+, Marco Casamonti | Archea Associati, Giorgio Griffa, Franco Guerzoni, Matteo Nunziati, Giorgia Zanellato & Daniele Bortotto | Studio Zanellato Bortotto, presentati al Fuorisalone di Milano.
Mutina, nel 2005, intraprende un percorso nuovo: quella del progetto d’autore, della produzione sartoriale che unisce tecnologia e fatto a mano, della sperimentazione che è anche sfida ad andare oltre i limiti della materia, della ricerca imprescindibile dell’alta qualità del prodotto finale. Accompagnata da un modo inedito di guardare alla ceramica, non più semplice rivestimento ma essa stesso progetto d’interior design. A Faenza Mutina espone i lavori di alcuni dei suoi migliori designer: Barber & Osgerby, Ronan &Erwan Bouroullec, Raw Edges, Patricia Urquiola, Tokujin Yoshioka. La loro sfida comune è sperimentare l’infinita gamma del bianco, del nero, dei neutri. I non colori diventano tonalità da coordinare, accostare, contrastare o scegliere come total look. Il lavoro è frutto di una continua ricerca: testare quali tra le lavorazioni artigianali e industriali, frutto delle tecnologie più avanzate, siano le più adatte per produrre rivestimenti ceramici da parete e da pavimento, per vestire le architetture come una seconda pelle.
Lea Ceramiche a partire dagli anni 2000 inizia la collaborazione con architetti e designer di fama mondiale grazie ai quali emerge sempre più chiaramente l’enorme potenziale della ceramica e del grès porcellanato. Il loro apporto creativo supportato dal know-how e dal desiderio di sperimentare dell’azienda, offrono una nuova interpretazione del prodotto ceramico. Lea Ceramiche propone due designer che recentemente sono stati alla ribalta: Patrick Norguet con la collezione “Naive Slimtech” che trae ispirazione da una tecnologia d’avanguardia in un incontro fra design e tecnologia, fra artigianato e industria, fra grès porcellanato e smalti.
E Diego Grandi con Type 32 Slimtech, che è stato insignito lo scorso giugno della Menzione D’Onore del Compasso d’Oro ADI 2016, storico e autorevole riconoscimento per il design a livello internazionale, nato da un’idea di Gio Ponti e giunto alla sua XXIV edizione. Con Type 32 Diego Grandi, sorprende con un gioco di grafismi proposti in 4 varianti cromatiche che danno origine ad infinite combinazioni e ad una originale ed insolita variante di pavimento decorato.
Infine Ceramica Sant’Agostino presenta Flexible Architecture di Philippe Starck.
Il progetto nasce dalla visione poetica che Starck ha sull’origine del prodotto ceramico: «Ho scelto di disegnare un prodotto ceramico perché mi piacciono le belle storie. Immagino il primo uomo, la prima donna, che con del fango e dell’acqua miscelati e poi messi nel fuoco, in un forno, all’improvviso, hanno assistito al miracolo di questo meraviglioso materiale che prendeva forma. Tutto ciò è fantastico perché è aristocratico, nobile, perché è la storia stessa dell’umanità, perché è l’intelligenza.., il genio dell’umanità.»
Da questa riflessione è nata una collezione dal carattere forte ed estremamente innovativo, in grado di affermare una nuova visione nel panorama ceramico; una vera e propria rivoluzione per il panorama progettuale e per il modo di concepire l’utilizzo della ceramica in architettura: la piastrella abbandona la sua funzione tradizionale di semplice rivestimento decorativo e si afferma come parte integrante del progetto. La fuga, che fino ad oggi rappresentava un qualcosa da nascondere ed eliminare, assume una connotazione nuova, diversa, materica, trasformandosi in elemento decorativo modulare.
A contestualizzare il percorso in mostra saranno esposte circa 50 piastrelle provenienti dai depositi del MIC di Faenza di aziende (Cedit, Ceramo, Gabbianelli, Cooperativa di Ceramica di Imola, La Faenza, Corallo, Richard Ginori, Omega, Nuova d’Agostino) che dagli anni sessanta in avanti hanno fatto ricerca insieme ad importanti designer come Ettore Sottsass, Federica e Marco Zanuso, Paolo Tilche, Francesco Coppola, Ugo La Pietra, Danilo Brugiani, Bruno Munari, De Dominicis-Manini-Vegni, Enzo Mari, Lupi-Guidotti, Gio Ponti, Marco Duina, Armando Chitolina, Roberto Arioli, Maria Luisa Belgioioso, Noti Massari – Renato Toso, Sergio Calatroni, Antonio Bullo, Augusto Betti, Gianfranco Morini, Alessandro Mendini, Giorgietto Giuggiaro, Gae Aulenti, Lodovico Asirelli, Studio Original Designer’s 6R5 Network.
David Palterer. Nasce a Haifa, in Israele nel 1949, vive a Firenze in Italia dal 1972, dove si laurea nel 1979; inoltre è accademico corrispondente all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Ha insegnato presso la Staatliche Akademie der bildenden Kunste di Stoccarda, la facoltà di architettura dell’Università degli studi di Firenze e dal 2008 insegna alla facoltà di architettura del Politecnico di Milano Polo di Mantova e dal 2009 al ISIA Firenze (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche)
Si occupa di progetti che spaziano dalla scala territoriale, a quella urbana, sino al progetto per interni per il quale sviluppa componenti d’arredo.
Giovanna Cassese è Presidente dell’ISIA di Faenza da marzo del 2016. E’stata la prima direttrice donna dell’Accademia di Belle Arti di Napoli dal 2007 al 2013. E dal 28 novembre 2013 al 31 ottobre 2014 è stata Commissario Direttore dell’Accademia di Belle Arti di L’Aquila.
È membro del Cantiere AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale). È stata Commissario Straordinario con funzioni di Presidente, Direttore e Consiglio accademico dell’Accademia Nazionale di danza dal 24 dicembre 2014 al 31 luglio 2015 ed è tuttora Commissario, per nomina del Prefetto di Roma, della Fondazione Accademia Nazionale di danza – Roma. Coordina per il Miur il Gruppo di lavoro sul Patrimonio delle Accademie e quello delle Scuole di Restauro delle accademie accreditate
Membro di numerosi comitati scientifici di mostre e convegni e redazioni di riviste, ha curato in prima persona esposizioni e convegni (nel 2009 quello sulla Conservazione dell’arte pubblica in Italia), nonché Patrimoni da svelare per le arti del futuro nel 2013 e sempre nel 2013, insieme a Maria Antonella Fusco, Segno e insegno, primo Congresso dei docenti di grafica d’arte all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma.
È membro di giurie e commissioni di premi per giovani artisti nazionali ed internazionali. Inoltre conduce ricerche e pubblica anche nell’ambito della storia della conservazione, tutela, valorizzazione e restauro dei beni culturali.
Nel maggio 2015 ha organizzato il Convegno internazionale di studi alla Fondazione Plart Il Futuro del Contemporaneo. Conservazione e Restauro del design, di cui sono in corso di stampa gli atti per Gangemi.
Domenica 25 settembre, dalle 16 alle 17.30, per celebrare le Giornate Europee del Patrimonio si tiene un laboratorio didattico ispirato alla mostra “Superfici d’autore”.
Il laboratorio rivolto ai ragazzi, con almeno 5 anni, racconta come la “piastrella” rappresenti uno dei primi prodotti ceramici di uso domestico. I ragazzi, dopo una visita guidata alla mostra, hanno a disposizione una piastrella grezza da dipingere con la loro fantasia con colori ceramici, seguendo le ispirazioni suscitate dalla mostra.
Ogni lavoro verrà poi invetriato e cotto nel forno ceramico e consegnato ognuno a testimonianza della propria esperienza.
Prenotazione obbligatoria al 0546 697311.
Il laboratorio avrà un costo di 3 euro per partecipante
23 settembre – 9 ottobre 2016, Faenza,Superfici d’autore, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, viale Baccarini 19, Apertura: martedì –domenica: ore 10-19
Ingresso: 8 euro, ridotto 5. Info: 0546 697311, micfaenza.org