Perdonate l’incipit pane al pane: è veramente bizzarro che un po’ ovunque si legga sempre e comunque di gente che si lamenta della musica italiana, della qualità dei dischi e di come vi siano sempre meno spazi dedicati alla creatività, e poi molti che potrebbero/dovrebbero esserci quando serve e sarebbe d’obbligo non li vedi – però, puntualmente, a posteriori li leggi pontificare/lamentarsi nelle fanzine di musica (non parlate di giornali!) o in Facebook & parenti social media. E questa è l’occasione tipo di questo ragionamento: Massimiliano Larocca ha fatto un disco sopraffine dedicato al poeta Dino Campana, si presenta dal vivo con una formazione di prim’ordine, di quelle che ogni esperto o presunto tale di musica italiana dovrebbe sobbalzare sulla sedia poiché coinvolti vi sono nientemeno che il Maestro Riccardo Tesi (Ivano Fossati, Alan Stivell, Giorgio Gaber, Carlo Muratori, Fabrizio De André) e un paio di Sacri Cuori come Antonio Gramentieri e Diego Sapignoli – e invece tocca di riferire di un locale con non più di una cinquantina di avventori presenti. Chi non c’era, insomma, non sa cosa si è perso.
Larocca ha guidato il gruppo, dov’è presente anche Gianfilippo Boni («Ogni Batman ha il suo Robin», scherza il leader), attraverso le già di per sé ottime interpretazioni incise in Un mistero di sogni avverati con un piglio sicuro – anzi, mostrando un’eleganza espositiva di assoluto livello e che in questa esperienza dedicata all’amore di una vita, qual è Dino Campana per lui, sfiora qualità espressive che meritano solo la lode. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, i pezzi sono proposti con leggerezza studiata alla perfezione e in imperturbabile equilibro con appunto la profondità del soggetto trattato: e questo lo abbiamo davvero toccato con mano all’ascolto di numeri come Batte botte, Genova, Poesia facile, La petite promenade du poète, Tre giovani fiorentine camminano, Il russo e gli altri proposti. Tutto ciò per dire che in un mondo giusto e non fatto di uffici stampa senza cognizione di causa che spadroneggiano, questo progetto a ottobre o novembre prossimi dovrebbe essere al Premio Tenco a ricevere tutti gli onori che si meriterebbe.
A margine di tutto, merita veramente una menzione speciale la performance del Maestro Tesi. Un piacere averlo conosciuto e aver scambiato quattro chiacchiere con lui, ma soprattutto la soddisfazione assoluta è stata sentirlo suonare, giacché sia nel disco sia dal vivo, Un mistero di sogni avverati non sarebbe lo stesso, come peraltro scommettiamo sappia perfettamente anche Larocca. Quando lo si vede imbracciare l’organetto diatonico il pensiero è uno solo: il Maestro non è solo in possesso di una tecnica magistrale ma di vera poesia e di magnifico colore, quelli di chi non solo esegue bensì crea atmosfera, campo, magia.
CICO CASARTELLI