Giorgio Conte, soli e con mille lire

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Giorgio Conte è un gran tipo sornione con barba elegantemente incolta e tutta una serie di canzoni fatte con l’acquarello le quali evitano accuratamente l’effetto cartolina, quelle della vita lenta fra il Monferrato, le Langhe e la Francia lì vicino – insomma, parla di sigarette che una dopo l’altra finiscono nei posacenere, di bibite al tamarindo, di sapor di mandorle, di donne gné gné «con tutti i comfort al posto giusto», di campagna a volte assolata a volte nebbiosa, di giostre, d’Oltralpe che sa molto dell’antico ma mai invecchiato George Brassens, di gente che fischia per farsela passare e di quelle che lui stesso chiama vittime dell’abbandono.

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Le battute e le storie umoristiche, alternate alle canzoni, non mancano mai – anzi, i momenti ilari non si contano, tipo quella sul post concerto in un ristorante a La Spezia è clamorosa: la gestrice è convinta che Giorgio sia figlio di Paolo mentre la cameriera “sa” che il presunto figlio sia frutto segreto dell’amore di Paolo con Ornella Vanoni – il suo violista dell’epoca sta al gioco, ed entra killer: «Si sa che i figli maschi prendono tutto dalla madre!». Oppure, presentando Non sono Maddalena«Questa non la conoscete nelle versione di Dean Martin perché Dean non l’ha mai registrata – ma se lo avesse fatto…». E il pubblico risponde alla briosa giurisprudenza musicale con altrettanta simpatia.

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Piacciono molto, detto chiaramente, questi avvocati con il gusto per lo scherzo! Con l’eccellente accompagnamento di Bati Bertolio (fisarmonica, pianoforte, melodica) e di Alberto Barone (batteria, basso voce), il giovane settantacinquenne-non-a-tempo-perso-musicista ne ha da suonare quante ne volete (e quante ne ha lasciate fuori, fra L’amor non bussa e il De profundis Vladimir Vysockij): A innamorarsiRock & Roll e Cha Cha ChaUna giornata al mare – scritta con il noto fratello per l’Equipe 84 – la divertentissima Gnè, gnèJ.M. – «Mio fratello ha scritto Bartali quindi non potevo sottrarmi dallo scriverne una su uno sportivo e, quindi, ne ho fatta una sul famoso apneista francese Jacques Mayol» – L’erba di San Pietro – fra Cannelloni e questa abbiamo capito che la “canzone culinaria” è la sua specialità! – Mongolfiera, qualche anticipazione del presto nuovo album, fino all’arrivederci con la sempre splendida Non sono Maddalena, immacolata e peccaminosa come sempre l’aspettiamo.

CICO CASARTELLI

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