Torna dal 27 al 29 maggio il 34° Bellaria Film Festival che avrà come madrina l’attrice Claudia Gerini.
Il Bellaria Fil Festival inaugura con una grande anteprima giovedì 26 maggio (ore 20.30) all’Arena Italia. In collaborazione con la Cineteca di Bologna, a vent’anni dall’uscita del film, sarà proiettato Un ragazzo, tre ragazze (Conte d’été), una delle opere più liriche di Éric Rohmer. A questo capolavoro indimenticato sarà dedicato un approfondimento la sera seguente (ore 20), quando al Cinema Smeraldo verrà proiettato La fabrique du Conte d’été prezioso making of girato da Jean-André Fieschi e Françoise Etchegaray.
Il festival si chiuderà la domenica 29 maggio (ore 21) al Teatro Astra con l’evento di premiazione. In quest’occasione sarà consegnato il Premio Casa Rossa alla carriera a Jacopo Quadri, uno dei più importanti montatori del cinema italiano nonché collaboratore di fiducia di Gianfranco Rosi. Precede la premiazione, al Teatro Smeraldo (ore 18.30) la proiezione del secondo film da regista di Quadri, Il paese dove gli alberi volano. Eugenio Barba e i giorni dell’Odin, realizzato insieme a Davide Barletti.
Quadri avrà anche il compito di presiedere la giuria del festival, composta quest’anno da Teho Teardo, Michele Sancisi (Sky), Matteo Scanni (DIG | Documentari, Inchieste, Giornalismi) e Claudia Gerini.
Il concorso Italia Doc, vetrina della migliore produzione documentaristica italiana dell’anno, presenta uno sguardo sul mondo contemporaneo attraverso nove opere. Dall’ultimo Torino Film Festival arrivano due dei vincitori: Il solengo di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis (miglior film nella sezione Italiana.doc), incredibile storia di un uomo vissuto per più di 60 anni in una grotta di tufo; e Il successore di Mattia Epifani (Premio Cipputi come miglior film sul mondo del lavoro), documentario sulla crisi esistenziale di un produttore di mine antiuomo. Scavano invece nel rapporto genitori-figli Mia madre fa l’attrice di Mario Balsamo e Magic Island di Marco Amenta: nel primo film, il regista disegna un originale ritratto della madre ottantenne, attrice di una manciata di film negli anni Cinquanta; Magic Island (prima visione italiana) segue invece Andrea Schiavelli, musicista newyorkese figlio dell’attore italo-americano Vincent Schiavelli (Qualcuno volò sul nido del cuculo, Amadeus, Ghost) mentre intraprende un viaggio da New York alla Sicilia, alla scoperta della figura paterna. Sul tema della solitudine si confrontano La compagna solitudine di Davide Vigore, giovane regista di Enna, che ritrae l’elegante declino di un benestante romano, e Incontri al mercato di Dario Albertini, omaggio alle vite solitarie di tre inguaribili ottimisti della provincia italiana. Le relazioni umane sono al centro anche del film L’ombelico magico, con cui Laura Cini racconta l’insolito incontro tra un’anziana signora con antichi poteri ancestrali e una giovane ragazza che vorrebbe diventare la sua erede magica. Rientra invece nell’ambito del cinema di ricerca Ogni opera di confessione di Alberto Gemmi e Mirco Marmiroli, altra prima italiana che esplora le relazioni in atto tra individui, suoni e paesaggio in un ex gioiello dell’industria nazionale: le Officine Meccaniche Reggiane. La selezione di Italia Doc si chiude con S is for Stanley di Alex Infascelli, fresco vincitore del David di Donatello come miglior documentario: il mito di Kubrick raccontato dal suo tuttofare Emilio D’Alessandro, uno sguardo nella vita di un regista senza precedenti.
Otto finalisti con quattro prime visioni per la sezione Casa Rossa Art Doc, dedicata ai rapporti tra il cinema e le altre arti. In finale trovano spazio due diverse avventure geografiche: E42 dell’artista californiana Cynthia Madansky – prima italiana, esplorazione dell’EUR attraverso la danza, la narrazione, le interviste e il cinema del reale; e Armenia!, viaggio sperimentale filmato in pellicola e montato direttamente in macchina da Francesco Fei (musiche di Massimo Zamboni). Arriva direttamente in finale con il suo debutto alla regia Natalie Cristiani: l’autrice riminese presenta, in prima italiana, Nicola Costantino. La artefacta, ritratto della controversa artista argentina protagonista alla Biennale di Venezia del 2013. A Joyce Lussu – poetessa, scrittrice e partigiana dalla personalità straordinaria – è invece dedicato La mia casa e i miei coinquilini, docufilm di Marcella Piccinini. Ma oltre alle arti visive e alla letteratura sono rappresentate in concorso anche la danza, il teatro e la musica. Con Aurora, il videoartista Cosimo Terlizzi documenta il percorso creativo di Alessandro Sciarroni, grande coreografo che per il suo ultimo spettacolo si è lasciato ispirare dal goalball, uno sport per non vedenti e ipovedenti in cui gli atleti seguono le tracce sonore lasciate dalla palla. Anche Alessandra Celesia con La visite – prima italiana, appena passata al prestigioso festival Visions du Réel di Nyon – si concentra sul rapporto tra disabilità e arte, seguendo il percorso di Adrien, diciannovenne autistico che si avvicina al mondo del teatro. Su una splendida storia di musica si concentra invece la quarta prima visione del concorso, Inagibile di Giulia Natalia Comito e Tommaso Cassinis: protagonista del film è Bob Corn, cantautore emiliano che ha radicalmente ripensato il suo modo di fare musica dopo il terremoto del 2012 in cui sono rimaste distrutte la sua casa e il suo paese. Chiude la sezione Showbiz di Luca Ferrari, docufilm prodotto da Valerio Mastandrea e presentato in anteprima all’ultima Festa del Cinema di Roma. Definito come “Il lato B della grande bellezza”, il film racconta quattro storie da commedia all’italiana, quattro testimoni originali e pittoreschi della variopinta vita notturna di Roma.
Accanto alle proiezioni anche quest’anno il festival presenta numerosi eventi collaterali. Tra questi Anime galleggianti, un live che intreccia parole, visual e musica, con la partecipazione di Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica) e Massimo Zamboni (ex CCCP, CSI) in programma all’Arena Italia venerdì 27 maggio (ore 22.30). Nato dall’omonimo progetto editoriale edito da La nave di Teseo, Anime galleggianti è la trasposizione per suoni e parole del viaggio in zattera che i due musicisti hanno compiuto sul Po: un percorso dalla pianura al mare, attraverso una sorta di Amazzonia immaginaria dove la vita sembra possedere ancora ritmi antichi. Questo evento sarà anche l’occasione per ricordare un’altra straordinaria coppia di viaggiatori padani, Gianni Celati e Luigi Ghirri, tredici anni dopo la presentazione a Bellaria del trittico di documentari di Celati Strade provinciali dell’anima, Il mondo di Luigi Ghirri e Visioni di case che crollano. Case sparse.
A seguire (ore 24) sono di scena i Caracas: la band composta da Valerio Corzani, Stefano Saletti, Eugenio Saletti e Erica Scherl accompagna con le sue sonorità world-reggae i formidabili disegni animati de La Linea di Osvaldo Cavandoli.
Sabato sera (ore 22.30), l’Arena Italia ospita invece il progetto di Teho Teardo, Le retour à la raison. Musique pour trois films de Man Ray. Il compositore, premiato con il David nel 2009 per la colonna sonora del film Il divo, si confronta questa volta con tre film d’avanguardia realizzati da Man Ray negli anni Venti: Le retour à la raison, L’etoile de mer e Emak-bakia. Accompagnato da Stefano Azzolina alla viola e da Elena De Stabile al violino, Teardo (chitarre e elettronica) propone una sua originale partitura sonora che nel finale vedrà il coinvolgimento di 40 chitarristi chiamati a eseguire una composizione in un crescendo dal forte impatto emotivo.