Il tempo passa inesorabile anche per le opere d’arte, consoliamoci. I colori sbiadiscono e le superfici perdono sempre più tono. E così per un altro grande capolavoro, Lo Studio (L’Atelier) di Pablo Picasso è giunto il momento di qualche piccolo “ritocchino”. Dopo il restauro e la mostra scientifica dedicati, nel 2015, all’ Alchimia (1947) di Jackson Pollock, il dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia si concentra sull’opera di Pablo Picasso, realizzata nel 1928. Lo Studio è un dipinto dalla storia complessa, che ha subito numerosi ripensamenti da parte dell’autore nel corso degli anni. Il bianco che lo caratterizza ha perso la sua brillantezza, anche a causa di precedente restauro che ne ha fissato i sollevamenti di colore per mezzo di cera e resina. Senza considerare il normale apporto del particolato atmosferico sulla superficie pittorica. Una serie di indagini stanno permettendo di ridefinire l’assetto originario dell’opera, per uno studio approfondito che sarà pubblicato alla fine delle operazioni di restauro. Un progetto di ricerca importante, finanziato dalla banca BSI, Institutional Patron del museo dal 2001, e che si avvarrà, tra gli altri, della collaborazione con il Consorzio universitario CSGI-Università di Firenze, nell’ambito del progetto europeo NANORESTART (NANOmaterials for the REStoration of works of ART), al fine di sperimentare nuovi nanomateriali per la pulitura selettiva delle opere moderne e contemporanee.
LEONARDO REGANO