In mostra nei 9 mila mq di Opificio opere di artisti di fama internazionale: Loris Cecchini, Alberto Di Fabio, Andrey Gorbunov, Candida Hofer, Joep Van Lieshout, Marcello Maloberti, Lucy e Jorge Orta, Cameron Platter, Ronald Ventura. I lavori in esposizione restituiscono il carattere unico della collezione Golinelli, focalizzata sulla ricerca dei punti di contatto tra la visione scientifica e artistica del mondo contemporaneo e sull’apertura all’arte dei paesi emergenti, asiatici, africani e sud-americani. Un percorso tra opere realizzate tutte nell’ultimo decennio, coerente con l’approccio multidisciplinare e didattico all’arte che la Fondazione propone attraverso le attività dell’area progettuale Arte, Scienza e Conoscenza, soprattutto attraverso le grandi mostre realizzate annualmente, a partire dal 2010. Le mostre della Fondazione Golinelli, curate da Giovanni Carrada e Cristiana Perrella, hanno sviluppato un format, inedito in Italia, che mette in dialogo i risultati delle più recenti ricerche scientifiche con le opere di artisti contemporanei, scelte per la capacità di chiarire, attraverso la loro evidenza visiva, concetti complessi, oppure di suscitare emozioni in grado di trasmettere, rispetto alla scienza, un diverso tipo di conoscenza e di comprensione.
Le dieci opere continueranno a essere in mostra a Opificio anche dopo i tre giorni di ART CITY Bologna. Scelte tra i circa 600 lavori della collezione Golinelli, sono di impatto immediato. Diverse tra loro nei linguaggi usati, in parte sono state esposte nelle mostre realizzate finora dalla Fondazione (Cecchini, Di Fabio, Hofer, Maloberti, Orta) e in parte sono presentate al pubblico per la prima volta in questa occasione (Gorbunov, Van Lieshout, Platter, Ventura).
Per la ART CITY White Night, sabato 30 gennaio, saranno date anticipazioni sulla prossima mostra di arte e scienza: IMPREVEDIBILE, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà in programma fra gennaio e marzo 2017 a Opificio e in altri luoghi di Bologna. Conclude la serata, alle 22 nell’auditorium, la proiezione in loop del video dell’artista francese Camille Henrot The Strife of Love in a Dream, 2011 (durata: 11’37’’), presentato per la prima volta in Italia. Commissionato dal Centre Pompidou, il video è girato in India e alterna scene di un pellegrinaggio con quelle della produzione industriale di un farmaco ansiolitico e dell’estrazione del veleno da un serpente. Religione, scienza e superstizione sono tre modi di affrontare la più grande paura umana, quella della morte, che Henrot esplora in una affascinante e incalzante sequenza di immagini, dove analogie e differenze sono indicate attraverso una costruzione tutta affidata al montaggio. Camille Henrot (1978, vive a Parigi e New York) è tra i giovani artisti internazionali più interessanti emersi sulla scena dell’arte negli ultimi anni. Nel 2013 ha vinto il Leone d’argento come migliore artista giovane alla 55^ Biennale di Venezia, con il video Grosse Fatigue. Da poco le è stato assegnata l’Edvard Munch Prize, nuovo e prestigioso premio internazionale dedicato ai migliori artisti under 40. L’evento è curato da Cristiana Perrella.
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29-31 gennaio – Bologna, Opificio, via Paolo Nanni Costa 14 – ingresso gratuito per tutte le attività nei tre giorni della manifestazione – info: fondazionegolinelli.it