Quando muore un grande artista ma soprattutto un grande uomo come John Trudell, diventa difficile scriverne se alla musica di costui hai tenuto veramente – tanto più se quell’artista l’ha seguito veramente e non solo per quei due dischi che (graze a Dio) furono ben promossi dalla casa discografica, nel caso di Trudell Aka Graffiti Man (1992) e Johnny Damas And Me (1994). Per fortuna, Trudell non ci dà ragione di scrivere di lui per il classico coccodrillo che, peraltro, nove volte su dieci è rubato senza pudore a Wikipedia & parenti con errori compresi – già, perché Trudell, non era una marionetta ma uno spirito vivo, tanto vivo che ha lavorato fino alla fine, anche quando la malattia lo stava divorando. In sostanza, ben accolti a Wazi’s Dream, il suo testamento – pubblicato pochi mesi fa in formato liquido e negli ultimi tempi anche in solido, sebbene di non facile reperibilità (il miglior modo per farlo proprio è rifarsi a www.cdbaby.com).
Al netto della commozione che la sua scomparsa si porta appresso, il disco è davvero un fulmine a ciel sereno – già, perché si tratta tutt’altro che di una nota più di pagina bensì di un gran canto del cigno di un uomo che ha dato grande dignità alla parola, capace di cantarla con una verità intrinseca dono di pochi eletti, giusto per confermare quanto ebbe a dire Bob Dylan nel 1986 parlando di Original Aka Graffiti Man: «Volete sentire il più bel disco di quest’anno? Solo gente come Lou Reed e John Doe possono sognare di fare un album come questo – molti semplicemente non ne possiedono il talento», dichiarazione che ci piace allargare a un po’ tutto il percorso musicale dell’artista, ridi e scherza attivissimo con una quindicina di album fin da che esordì nel 1982 con Tribal Voice.
Wazi’s Dream chiude la parabola di John Trudell con la sua band, i Bad Dog, combo guidato dal chitarrista Mark Shark che per anni ne ha accompagnato perfettamente le uscite discografiche e le sortite dal vivo – e lo fa con assoluto onore. Le dure, autentiche parole di poesia mai accomodante di John Trudell con i Bad Dog trovano una bella musicalità a mezz’aria fra Jackson Browne e Lou Reed – del primo si coglie rimando a sua certa lucentezza di suono, del secondo il granitico minimalismo mai ripetitivo, per quanto di proprio il gruppo aggiunge sfumature blues mai banali né risapute.
Il disco è molto lungo, dura più di un’ora per ben sedici brani, tutti saturi dell’orgoglio nativo americano che ha fatto grande l’artista, capace di usare la parola come affilata lama contro l’indifferenza – qualsiasi indifferenza. Il pezzo chiave, sia musicalmente sia letterariamente, è l’ultimo, Stone People: storia di miseria junkie di chi è stato ghettizzato nelle riserve, la sua gente, musicata come facevano negli anni Settanta tipi come il già citato Browne, Bonnie Raitt o i Little Feat quando si davano alle dodici battute, e con versi decantati con grande lucidità, i quali raggiungono culmine quando Trudell sentenzia solenne che: «There is a reason why smoke follows fire, there is a reason why fire chases smoke».
Altro momento focale è il tema guida, soffuso recitativo dove Trudell addirittura si avventura in una letteratura cyberpunk dove la lotta fra tecnologia e primitivismo si fa veramente epica. La forza di Wazi’s Dream, comunque, è che nulla sia dato per scontato, come accade nel potentissimo hard rock Coyote’s Blues o nell’irruzione folk-rock Valentine o, ancora, nella magnifica When Not To Lie, dove con il solito disarmante piglio Trudell è perentorio nell’asserire che «Do you want to know what truth is? The truth is to know where not to lie/The most dangerous lies are self told diminishing self esteem/When delusion takes the place of seeing our own goodness/Judgments devour the sacred of seeing sacred from within/The mistakes that get made along the way are truths to learn». E che tutto non suoni come un epitaffio – la forza e la coerenza di John Trudell non finiscono qui, dopo una vita di lotta, di sofferenza, di musica e di poesia – semmai il suo sapere e l’urgenza che vi ha messo nel cercarlo, sono un caposaldo cui rifarsi: prima come sempre.
CICO CASARTELLI
JOHN TRUDELL & BAD DOG – Wazi’s Dream (CD Baby)