Spiegatemi che bisogno c’è di andare a vedere, per esempio, la Handsome Family quando dalle nostre parti abbiamo un duo tutto fosforo, musica e simpatia come Veronica Sbergia e Max De Bernardi? Bisogna che qualcuno s’inventi di piazzare un loro brano in un serial TV e farlo diventare un mezzo hit – così ne vedremmo delle belle. Per il momento ci accontentiamo di vederli a “casa loro”, nella tana del lupo – ossia il Nidaba Theatre di Milano, istituzione della musica zona Navigli: lì i due sono uno dei numeri classici del cartellone, e anche stavolta il locale è gremito di amici, estimatori e avventori che non mancano di far sentire il calore intorno a loro.
Tutto molto informale, per carità – ma è proprio lì il bello della faccenda, ossia quando le cose non sono pretenziose e sovrastrutturate. L’atmosfera che spontaneamente si è andata creando è intima e conviviale, quella che però tira fuori il meglio di Veronica, attrice in musica e dominatrice civettuola del palco che con entusiasmo e soprattutto gran voce trascina gli astanti in un bel vortice di sensazioni e umori. Lì accanto, Max – che non lo chiamano Maestro mica per niente: enciclopedico quando suona, flemmatico e sornione quando canta – poco tempo fa un vero asso nostrale della sei corde come Paolo Bonfanti, con la più totale spontaneità ha confidato al sottoscritto che ritiene Max essere il miglior chitarrista blues acustico che abbiamo in Italia, e se lo dice per direttissima uno così, amicizia a parte, un bel fondo di verità ci dev’essere per forza!
L’alchimia fra i due è tangibile, e ciò che ne viene è uno spettacolo a ruota libera che fra pezzi loro e classici come One Meatball, Glory Land e New Minglewood Blues, nonché ammiccamenti a Pink Anderson e a Memphis Minnie, dove l’antico non contrasta con il moderno, come accade peraltro nei loro piccoli-grandi dischi, bensì ne è carbone messo lì a infiammare motore e strada. E se proprio bisogna scegliere un momento clou, Woke Up This Morning With My Mind Set On Jesus, gospel che Max ci confida aver imparato grazie a un’incisione di Roosevelt Graves, merita l’onore del podio: la verve di Madame Sbergia viene fuori tutta, così come l’abilità allo strumento di Sir De Bernardi. Per farla breve: lunga vita a questi due begli esemplari della scena italiana!
CICO CASARTELLI