Non siamo qui per le caramelle: Esodati dal presente, in cerca del futuro

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Non siamo qui per le caramelle (1)«Il nostro governo è stato chiamato per fare delle cose difficili e non per distribuire caramelle. Se c’erano da distribuire caramelle, l’avrebbero fatto loro, i politici. Noi siamo stati chiamati a fare cose dure, spiacevoli»: così si esprime, nel 2011, un ministro della Repubblica – un tecnico – a proposito del (suo) decreto legge sulla riforma del sistema previdenziale, a causa del quale 360’000 lavoratori diventano all’improvviso una categoria specifica, segnata dall’insicurezza e dalla precarietà intrinseca: gli esodati. Li chiamano così, con una parola inesistente e quasi beffarda nella sua connotazione biblica, perché si tratta di quei soggetti, in genere non distanti dalla pensione, che per favorire le aziende o l’assunzione di colleghi più giovani, hanno accettato di firmare un licenziamento, o di tornare in mobilità, a fronte di una buonuscita, di un accordo, di un’indennità transitoria. Il loro passaggio viene definito «esodo volontario», da cui il tremendo sostantivo esodati, ma con l’innalzamento dell’età pensionabile si trasforma in un disastro, lasciando senza lavoro, senza contributi (nonostante quelli regolarmente versati per anni) e spesso, purtroppo, senza speranza, centinaia di migliaia di persone.

Non siamo qui per le caramelle (2)Marco Denti, giornalista, scrittore, esperto di costruzioni aeronautiche e ammiratore di Miles Davis (non necessariamente in quest’ordine) ne racconta la storia e la sofferenza in Non Siamo Qui Per Le Caramelle, un libro nato dalla frequentazione del Comitato Esodati di Lodi, dove l’autore risiede, e dedicato alle esperienze, alla tenacia, all’umiltà, all’amarezza, al disincanto, alla perseveranza e alla dignità silenziosa di chi, per mano di «un esecutivo di ingegneri sociali, che vede soltanto numeri su uno sfondo di numeri», viene da un giorno all’altro derubato il proprio futuro. Partendo dalle testimonianze dei suoi concittadini (sempre citati attraverso codici alfanumerici, così come politici e sindacalisti), ma senza paura di allargare le sue riflessioni alla noncuranza delle classi dirigenti e alla vergogna di un paese dove ogni sfumatura del diritto viene annacquata dalle eccezioni, dalle interpretazioni e dagli opposti conformismi, Denti racconta una realtà quotidiana fatta di raduni, assemblee, consigli e qualsiasi cosa serva, a individui divorati dall’incertezza (e mai rassicurati da un continuo ballo di numeri, dati, cifre, dichiarazioni e ritrattazioni, riguardo al loro dramma, tristemente simile al meccanismo di una demoralizzante lotteria), per mantenersi vivi nell’attesa di una soluzione. L’unica possibile: quella dove, dopo il succedersi delle salvaguardie, dopo le distinzioni dei politici, dopo le reboanti affermazioni dei sindacati, dopo le analisi degli economisti, non un solo esodato sia costretto a oscillare ancora in questo margine infernale di parole inutili e di lacerazione irreparabile dello stesso rapporto di fiducia tra stato e cittadini. Di mese in mese, la vicenda degli esodati è ormai giunta alla settima salvaguardia, inserita nella recentissima legge di stabilità 2016. Secondo l’attuale ministro del lavoro, il problema sarebbe ormai risolto, e questo (tanto per ribadire quali avvilenti paradossi abbiano caratterizzato e caratterizzino la discussione sul tema) nonostante varie stime continuino a indicare in 50’000 il numero dei lavoratori ancora senza tutele.

Non siamo qui per le caramelle (4)Non Siamo Qui Per Le Caramelle registra le voci di uomini e donne costretti a vivere dentro un paradosso, come se un legislatore capriccioso e inaffidabile avesse alzato la voce, di fronte a un insieme di persone a lui sconosciuto (con ogni evidenza) per entità, obbligandolo a fare i conti col significato del vivere all’interno di un tragico errore di calcolo velato da bugie e paternalismi. Lo fa assumendo lo stesso atteggiamento degli esodati, adottando cioè una forma di resistenza decisa ancorché sfumata di inquietudine e dolore, fino a dipingere con realismo e rabbia, ma anche con un’inevitabile malinconia, lo sgretolarsi degli assoluti lungo una pianura padana, tra bassa Lombardia e settentrione emiliano, convertita in cimitero delle illusioni, dove agli operai, agli artigiani, ai manovali e agli impiegati nella ricerca del proprio futuro – quello rubatogli, quello da ricostruire – può anche capitare, in un gesto estremo, di soccombere alla disperazione. Tuttavia, l’attività del Comitato Esodati di Lodi e libri come Non Siamo Qui Per Le Caramelle sono qui a ricordarci il valore della solidarietà e dell’impegno collettivo senza i quali, molto spesso, è fin troppo facile dimenticarci di cosa parliamo quando parliamo di esseri umani.

Gianfranco Callieri

 

MARCO DENTI

Non Siamo Qui Per Le Caramelle

pp. 142, € 10

(il libro è reperibile presso il sito comitatoesodatilodi.blogspot.it)