La formula vincente del Premio Faenza è stata capace di ottenere un crescendo di consensi, confermando il ruolo di primaria importanza che la città romagnola riveste a livello mondiale per la produzione e la divulgazione di questa antichissima arte.
Fino al prossimo 24 gennaio, al Museo Internazionale delle Ceramiche saranno esposte le circa 130 opere ammesse al concorso, presentate da artisti provenienti da ogni parte del mondo, che sono state selezionate su 1.300 opere per la loro proposta innovativa.
Un successo di adesioni che è anche un segno concreto di come l’arte ceramica, per secoli considerata minore, oggi viva uno straordinario momento di attenzione, divenendo uno dei mezzi espressivi più utilizzati nell’arte degli ultimi decenni. E di questo ne è convinta Claudia Casali, direttrice del MIC, che insieme a una giuria internazionale di esperti in materia, composta da Monika Gass, curatore e direttore del Westerwald Keramik Museum di Hohr-Grenzhauesen, Germania; da Grant Gibson, scrittore, critico e editore della rivista londinese Crafts Magazine e da Daniela Lotta, docente universitario, curatore e critico d’arte contemporanea, ha selezionato tutte le opere esposte nel museo faentino.
«Come ho più volte sottolineato – ci spiega Casali – la ceramica oggi sta vivendo un momento favorevole di attenzione critica e di grande innovazione, grazie all’apporto di nuove energie e di nuove possibilità espositive legate anche al complesso sistema dell’arte contemporanea». Nuove energie e possibilità espositive ben visibili nell’opera della vincitrice della categoria over 40, la genovese Silvia Celeste Calcagno, classe 1974, autrice di Interno 8 – La fleur coupée, forse il lavoro in mostra più complesso, un mosaico composto da più di duemila tessere, che al suo interno mescola diversi linguaggi della contemporaneità come la performance, la fotografia e l’installazione sonora e ambientale. Il premio under 40 invece, vede salire sul podio l’austriaca Helene Kirchmair con l’opera Bobbles, sculture zoomorfe ispirate al mondo delle muffe e dei batteri ottenute sperimentando una particolare tecnica di ingobbio, e lo statunitense Thomas Stollar, che presenta 1900 steps#2, un lavoro raffinato che si muove tra performance e installazione ambientale, traducendo in ceramica un percorso fisico che per Stollar rappresenta anche un percorso introspettivo.
A questi premi si aggiunge il premio Cersaie, vinto dall’inglese Nicholas Lee con l’opera Four Leaning Vessels, dal vago richiamo all’optical art. Non resta dunque che visitare il MIC in questo viaggio sorprendente attraverso nuove forme di creatività applicate a un sapere antico, com’è la ceramica.
I Premi Faenza sono offerti dalla Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio di Faenza.
LEONARDO REGANO
27 giugno-24 gennaio – Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, viale Baccarini 19 – Info: 0546 697311, micfaenza.org