Come è nata la cultura del biologico in Italia? Gino Girolomoni, nato nel 1944 e scomparso nel 2012, ne è stato il precursore spinto da ideali etici , sociali e religiosi. ll 23 luglio il giornalista Massimo Orlandi presenta a Faenza, al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, il suo libro La terra è la mia preghiera. Vita di Gino Girolomoni padre del biologico, edito da Emi. Ultimo appuntamento per la rassegna Chicchibio al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza che unisce ceramica e cibo analizzando la cultura del cibo da punti di vista etici e sociali.
Gino Girolomoni, negli anni ’70, mentre tutti abbandonavano la terra per lavorare nelle fabbriche, recupera i monastero di Montebello nelle Marche e insieme alle rovine del monastero difende anche i presupposti sociali e culturali della civiltà contadina.
Mente energica e vivace ebbe una grande capacità di tessere relazioni anche con intelettuali importanti come Sergio Quinzio, Guido Ceronetti, Paolo Volponi, Carlo Bo.
Il 13 luglio 1977, insieme alla moglie Tullia, a due anziani agricoltori e a cinque giovani del paese, fonda la cooperativa Alce Nero. Il lavoro aumenta rapidamente e con esso il fatturato. Gino Girolomoni, da profeta del biologico, diventa sempre di più un vero e proprio imprenditore, pur rimanendo nel profondo un poeta e un sognatore. Nel 2015 cede il marchio Alce Nero e i suoi prodotti rimangono a marchio Montebello.
Girolomoni considerava l’amore per la terra e la sua coltivazione un impegno civile ed ecologico oltre che un contatto vivo e vivificante con il creato e Dio. Negli ultimi anni della sua vita si è battuto duramente contro gli Ogm.
Alle 18 visita guidata alla mostra del 59° Premio Faenza.
Al termine dell’incontro degustazione di prodotti biologici a cura del ristorante Angusto di Faenza, mentre i vini sono offerti da Caviro
23 luglio, Faenza, Vita di Gino Girolomoni, MIC, viale Baccarini 19, ore 19 (visita guidata, ore 18), info e prenotazioni: 0546 697311, micfaenza.org