Pin’Occhio nella Terra dei lombrichi

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Pin’Occhio - foto di Stefano Tedioli
Pin’Occhio - foto di Stefano Tedioli
Pin’Occhio – foto di Stefano Tedioli

 

Gagarin non è né Officina né Il Verri, certo: sono tempi diversi, il mondo è un altro. Ma se è vero che il compito di una rivista, oggi, è anche andare oltre alla logica “da social” del mi piacenon mi piace più, in questa domenica pomeriggio di quasi estate desidero fare un invito a due soggetti artistici “così lontani ma anche così vicini”, si potrebbe dire parafrasando Wim Wenders.

Mercoledì scorso sono stato a Ravenna, ieri a Cesena. A Ravenna, negli spazi “sotterranei” della Manica Lunga, presso la Biblioteca Classense, dall’11 aprile al 9 maggio è stata allestita Pin’Occhio – mostra spettacolo per bambini e bambine dai 3 ai 10 anni. Ciò è avvenuto in occasione dei 40 anni di attività della Compagnia Drammatico Vegetale. È stato «un viaggio giocoso nel mondo della bugia creativa e del teatro di figura»: impossibile riassumere qui la ricchezza e la complessità del percorso che ha portato Pietro Fenati ed Elvira Mascanzoni, assieme ai loro collaboratori, a un tale risultato, stratificato e al contempo elementare.

La terra dei lombrichi - © SRS
La terra dei lombrichi – foto di Simona Barducci

 

È egualmente impensabile ridurre in poche righe il lavoro di Chiara Guidi | Socìetas Raffaello Sanzio, che dall’1 al 25 maggio dirige a Cesena Puerilia. All’interno di queste giornate di puericultura teatrale, ieri pomeriggio ho assistito a La terra dei lombrichi. Una tragedia per bambini da Alcesti di Euripide, per adulti e bambini dagli 8 anni. Questo spettacolo è una delle manifestazioni di ciò che Chiara Guidi da qualche anno chiama Il metodo errante.

Chi già conosce questi artisti sa di cosa parlo, chi non li conosce si fidi: in Europa e nel mondo soggetti ben più autorevoli di me da molti anni li apprezzano e li studiano con attenzione.

In questa assolata e silenziosa domenica pomeriggio, “dalle pagine di questo giornale” -si sarebbe detto una volta- mi sia permessa una semplice proposta, mi sia concesso un ingenuo invito: incontratevi, confrontatevi e magari, chissà, create qualche cosa assieme.

Pur nella grande, sacrosanta, diversità, c’è a mio avviso almeno un elemento comune che potrebbe fare da concreto punto di partenza. Che vorrei suggerire attraverso le esatte parole di un’altra cesenate verso cui provo gratitudine, Mariangela Gualtieri:

Giuro che io salverò la delicatezza mia / la delicatezza del poco e del niente / del poco poco, salverò il poco e il niente / il colore sfumato, l’ombra piccola / l’impercettibile che viene alla luce / il seme dentro il seme, il niente dentro / quel seme. Perché da quel niente / nasce ogni frutto. Da quel niente / tutto viene.

Mariangela Gualtieri - foto di Melina Mulas
Mariangela Gualtieri – foto di Melina Mulas

 

Ecco un bel sogno: Valdoca, Socìetas e Drammatico Vegetale che si incontrano. Che al di là di differenze e territori e steccati mescolano le carte. Questa è la proposta sentimentale che desidero fare ora, nel silenzio e nella luce di questa domenica pomeriggio. Sarebbe un grande regalo, per molti.

 

MICHELE PASCARELLA

 

 Info: drammaticovegetale.com, raffaellosanzio.org, teatrovaldoca.org