Nel Decamerone di Accorsi e Baliani tutto è materia, concretezza del vivere, i personaggi sono prima di tutto corpi, con tutte le loro funzioni in atto e in mostra, dalla copula al divoramento, dalla defecazione al sonno. Nulla accade che non venga dall’urgenza dei corpi di vivere o sopravvivere. Non ci sono quasi mai apparizioni fantastiche, regni oltremondani, se arriva un Arcangelo è perché qualcuno così si è travestito per gabbare la credulità altrui. Boccaccio è spietato, diretto, disincantato, laico. E però grazie al congegno linguistico è capace in tanta brutalità materiale di volare in leggerezza, di trascorrere dal greve al sublime, dal lazzo di bassa lega all’ironia intellettuale, dalla poesia delle parole alla poesia di corpi desideranti. Questa difficile alternanza è la base da cui è nato lo spettacolo.
La selezione delle sette novelle messe in scena spazia dalla leggerezza dell’episodio di Calandrino beffato dai suoi più astuti compagni, Bruno e Buffalmacco a quella di Masetto fortunato ospite di un convento di monache poco osservanti, si alternano le storie più drammatiche di Elisabetta da Messina e dei suoi crudeli fratelli e dell’amore soffocante di Tancredi per la figlia Ghismunda.
10-13 aprile, ore 21 – Ravenna, Teatro Alighieri – info: ravennateatro.com/prosa