Daniel Lanois e Rocco DeLuca, il concerto a Zurigo

0
941
Daniel Lanois, concerto X-TRA, Zurigo @cicocasartella
Daniel Lanois, concerto X-TRA, Zurigo @cicocasartelli

La fortuna e il talento di Daniel Lanois non sono solo che egli abbia un “suono” che ha conquistato molti (e tantissimi non lo sanno) ma ha anche le canzoni – molte delle quali davvero splendide e con fortissima matrice folk.

Che Lanois sia di base un folkie, nonostante molte amicizie lavorative altolocate che di folkie hanno ben poco (Brian Eno, Peter Gabriel, U2), è sempre sembrato evidente – Bob Dylan e Neil Young a parte, l’Acadian è andato a cercarsi Rocco DeLuca, i Neville Brothers, Willie Nelson, Chris Whitley, Emmylou Harris e Gordon Lightfoot, solo per ricordare alcuni – non semplicemente come lavoro ma come ricerca di osmosi artistica. Inoltre, tutta la serie di dischi strumentali culminati con Flesh And Machine (2014), non li farebbe un impiegato delle multinazionali con annesso settore discografico.

Dopo uno spettacolare set dove accompagna alla steel guitar il suo più recente protetto Rocco DeLuca, Daniel Lanois arriva e per un’ora e mezza riempie la sala con suoni oscuri e obliqui, con i quali riveste alcune delle pagine più belle e (in certi ambiti) famose del suo repertorio – a cominciare da Jolie Louise,

The Messenger, I Love You e O Marie – tanto quanto mette lì diversi bocconi strumentali che ascoltati dal vivo sono assolutamente coinvolgenti per pathos e performance, anche grazie a una band di primissimo livello che lo segue senza esitazioni.

Daniel Lanois, concerto X-TRA, Zurigo @cicocasartella
Daniel Lanois mentre canta “The Maker”, concerto X-TRA, Zurigo @cicocasartelli

A margine di tutto, vorrei delirare nel giro di poche righe: non so se vi sia mai capitato di ascoltare Jerry Garcia interpretare The Maker – che qui Daniel ha intonato in una fantastica interpretazione minimale a due con il bassista – io dal dì che l’ascoltai la prima volta ho sempre avuto l’idea ma anche il sogno impossibile che Lanois producesse un disco del Captain Trips o dei Grateful Dead – in quel miraggio mi è sempre parso che fra loro potesse crearsi un’alchimia unica, di quelle di una ritrovata American Beauty dove si sta con le braccia spalancate e si corre per un miglio a spirale come il protagonista di The Maker – ah, i sogni e la musica, che belli.

La prima volta che vidi Rocco DeLuca fu assolutamente folgorante – Bowery Ballroom, New York City in apertura dei Black Dub di Daniel Lanois – Rocco arrivò con la sua national steel guitar, fece spegnere tutte le luci in sala e con buio pesto calato ovunque sparò un faro su di sé a pochi centimetri – quella che ne seguì, come il sottoscritto totalmente ignaro di chi fosse Rocco, fu un’ora davvero indimenticabile, una vera rivelazione, come se Chris Whitley, Robert Johnson, Jeff Buckley e gli Zeppelin più minimamente blues si fossero concentrati nelle sue vene. Garantisco, assolutamente pazzesco – sia per la musica sia per il grande senso del teatro.

DELUCA 2
Daniel Lanois, concerto X-TRA, Zurigo @cicocasartelli

La cosa è scontata, Daniel Lanois non è uno che perde tempo – con Rocco DeLuca deve aver visto una luce interiore unica, il tocco magico che decenni prima probabilmente scorse nel povero Chris Whitley. E l’accordo fra i due si rinnova, con il protetto che va in giro in Europa ad aprire per il suo Pigmalione – roba per pochi ma buoni. Rocco, con da poco ha pubblicato il suo quarto magnifico album, il secondo prodotto da Lanois, sfodera i suoi più recenti brani Father And Knife, Everything Hurts, Through Fire, Colors Of The Cold e Thief And The Moon, tutti pezzi di valore assoluto fatti di blues notturno forte di un’enfasi espressiva che non è cosa di tutti giorni. La sensazione che lascia Rocco DeLuca è principalmente quella di stupore, come se quando egli batte un palco fosse un’esperienza se non proprio unica almeno molto rara – un po’ come spiegato nell’imperdibile film documentario che lo vede protagonista, I Trust You To Kill Me (2006), geniale reality voluto da Kiefer Sutherland, dove l’attore di 24 e di Terra promessa si improvvisa tour manager di Rocco e forte della sua celebrità si presenta nei locali di qui e di là dell’Oceano tentando di far scritturare lo sconosciuto DeLuca – sempre riuscendovi e sempre lasciando l’ignaro pubblico con la sensazione di aver assistito a un evento inaspettato – e con Rocco DeLuca pare sempre che vada così.

DELUCA 3

CICO CASARTELLI

 

Visti il 19 aprile a Zurigo, X-TRA, Svizzera