L’attività teorica di Piero della Francesco è al centro della mostra inaugurata a Palazzo Magnani di Reggio Emilia. La città, che conserva uno dei sette esemplari del Prospectiva Pingendi del Maestro di Sansepolcro (Biblioteca Panizzi), ospita per l’occasione anche le altre sei versioni del trattato, scritte in latino e in volgare, oggi conservate a Bordeaux, Londra, Milano, Parigi e Parma, insieme ai due codici del trattato sull’Abaco che si trovano a Firenze, al Libellus de quinque corporibus regularibus della Città del Vaticano e all’Archimede, conservato sempre a Firenze. Nonostante la portata rivoluzionaria delle teorie in essi contenute, l’attività teorica di Piero della Francesca è passata quasi in sordina rispetto a quella d’artista, eclissata dagli esperimenti di Brunelleschi e dai trattati teorici più famosi e diffusi di Leon Battista Alberti e di Luca Pacioli. Il volume conservato a Reggio Emilia, su cui è incentrata la mostra, è uno dei più importanti testimoni della ricerca di Piero sulle regole della percezione visiva in pittura. Opera di un copista, il testo della Biblioteca Panizzi reca al suo interno numerose correzioni, note marginali ed estese, e disegni autografi aggiunte da Piero successivamente: linee sottilissime che solcano le pagine del codice a illustrazione del testo, manifestando la straordinaria perizia grafica dell’autore. Ma la mostra “PIERO DELLA FRANCESCA. Il disegno tra arte e scienza” non è solo l’occasione, prima e unica, per ammirare tutte insieme le opere grafiche del Maestro di Sansepolcro; essa è pensata come un viaggio nel Rinascimento italiano, alla scoperta delle radici di un pensiero che ha influenzato per secoli l’arte e il sapere dell’Occidente, producendo i più grandi capolavori della cultura figurativa mondiale e dell’immaginario collettivo. Presente in mostra anche un nutrito gruppo di disegni, incisioni, opere grafiche, ceramiche e tarsie lignee che raccontano l’evoluzione della tecnica prospettica nell’arte rinascimentale tra il XV e il XVI secolo. Importanti anche gli apparati didattici, che consentono di comprendere in maniera semplice e immediata le regole alla base del pensieroscientifico del Rinascimento. I disegni del De Prospectiva Pingendi sono trasformati in modelli tridimensionali per illustrare al meglio la logica delle loro costruzioni geometriche, mentre una serie di macchine matematiche dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia riproducono scientificamente gli strumenti della bottega dell’artista rinascimentale, permettendo al visitatore di toccare con mano e comprendere gli accorgimenti tecnici adottati dai pittori per sfruttare creativamente gli inganni della visione.
LEONARDO REGANO