Questa settimana doppio appuntamento, a partire dal lavoro della compagnia Teatrino Giullare dal romanzo Le amanti, per la prima volta adattato per il palcoscenico: giovedì 5, alla libreria Modo Infoshop si terrà un incontro sulla scrittura di Elfriede Jelinek; a Teatri di vita, da venerdì 6 a domenica 8 febbraio, andrà in scena lo spettacolo. Adattamento drammaturgico, regia e interpretazione di Teatrino Giullare (Enrico Deotti e Giulia Dall’Ongaro). Domenica 8 febbraio, al termine dello spettacolo, è previsto un incontro con la compagnia condotto da Elena Di Gioia.
Giovedì 5 febbraio Serena Terranova, critico teatrale del gruppo Altre Velocità, coordina un incontro dal titolo La scrittura di Elfriede Jelinek – un attraversamento della scrittura della drammaturga austriaca tra le voci più acute e pungenti della scena contemporanea internazionale – dialogando con la compagnia Teatrino Giullare e lo studioso Stefano Casi. L’incontro è l’occasione per conoscere un’autrice poco studiata in Italia e per riflettere sulla visionarietà celata dentro le complesse architetture che la drammaturga propone: dalla messa a fuoco dei nodi del suo processo di scrittura, non solo per il teatro, dalle citazioni del pensiero filosofico tedesco ai riflessi di star americane, intrecciando la musicalità di Schubert al ritmo di una penna pungente, in perenne disarmonia con la propria patria e i modelli celebrati dalle masse. Interviene Elena Di Gioia, direttrice artistica del Festival Focus Jelinek, che attraverso questo progetto ha tessuto e realizzato un vero e proprio arco di parole e visioni, attorno all’opera di Elfriede Jelinek, facendo incontrare i testi con gli sguardi e le voci di nove diversi artisti.
L’incontro fa parte del ciclo Fogli di scena. Incontri sul teatro contemporaneo, un progetto nato dalla collaborazione fra Modo Infosho e Altre Velocità.
Da venerdì 6 a domenica 8 febbraio, a Teatri di Vita, Teatrino Giullare presenta Le amanti, – interpretazione, regia, drammaturgia di Teatrino Giullare, traduzione di Valeria Bazzicalupo – spettacolo tratto dal romanzo di Elfriede Jelinek, per la prima volta adattato per il palcoscenico. Lo spettacolo ha debuttao all’interno del festival Vie, lo scorso autunno.
Al centro de Le amanti, è l’Amore con le sue angosce, le sue spesso fallaci promesse. Protagoniste sono due ragazze, Brigitte e Paula, che desiderano una vita migliore. Brigitte ha le idee chiare: accaparrarsi con le unghie e con i denti l’amore di un promettente elettricista. Paula è più confusa, ma anche lei s’innamora perché solo l’amore sembra poter dare un senso alla sua esistenza. Teatrino Giullare crea con soluzioni sceniche sorprendenti un componimento delicato, feroce, comico e visionario tra incontri, gravidanze, matrimoni, nascite, morti improvvise e paradossi della vita compongono un furioso e divertente affresco popolato di sogni e speranze in cui le protagoniste sono immerse in uno splendido paesaggio abitato da grotteschi personaggi chiusi in scatole di cartone. A condurre il racconto teatrale una narratrice e un Eros oscuro e ambiguo. Ma protagonista di questa storia è anche il linguaggio, provocatorio e implacabile, giocato sul filo del paradosso, a tratti irresistibilmente comico.
Un romanzo illustrato, un duello teatrale tra Eros e la brutalità in cui la satira prende come oggetto la crudeltà dei rapporti, l’insensatezza della vita lavorativa e soprattutto la retorica sull’Amore, che si rivela l’ennesima mistificazione dell’essere umano per non vedere la povertà dei suoi orizzonti.
L’adattamento del romanzo, autorizzato dalla stessa Jelinek, segue il principio caro all’autrice della dissociazione tra corpo e voce.
La Voce dell’autrice, i Personaggi e il Lettore sono i vertici del triangolo giocoso e provocatorio composto da Jelinek nella scrittura del romanzo che Teatrino Giullare ha trasposto sul palcoscenico come la Narratrice, i Personaggi, lo Spettatore.
Il romanzo dunque prende la forma del racconto scenico illustrato in cui la voce narrante, che entra esce da pensieri, teste, corpi altrui e propri, si accompagna a quadri visivi che echeggiano un panorama iconografico vicino all’autrice e popolato da personaggi senza possibilità di libera azione, “inscatolati nella loro vita limitata e nella cornice verde del bel paesaggio austriaco”
È nel magazzino dell’umanità che si spiegano le parole argute, precise, danzanti del romanzo in un processo di deformazione che esalta, grazie alla distanza e alla negazione di ogni psicologismo, la luce della realtà. I Personaggi sono trattati e maltrattati in scena come Jelinek li tratta e li maltratta nel romanzo, chiusi nel loro piccolo ambiente dal quale non potranno mai uscire, una sorta di deposito di esistenze in letargo sentimentale. Conducendo il racconto teatrale con il sorriso, a tratti con il linguaggio della favola, per segnare il divario fra i sogni delle protagoniste e la realtà con cui si trovano a fare i conti, mentre la vita scivola in una terrificante inerzia verso il malcontento. E anche quando i sogni si realizzano, si rivelano in tutta la loro miseria come cascami di quell’insignificanza da cui si voleva con tutte le proprie forze fuggire.
5-8 febbraio – Bologna, luoghi vari – Info: festivalfocusjelinek.it