Quella sera, al ballo in maschera organizzato da Truman Capote, c’erano tutti i suoi “Cigni” in bella mostra. Le chiamava così,Truman, i miei cigni. Erano le donne più importanti del mondo, le socialite, mogli (più ex mogli,in effetti) figlie o sorelle degli uomini più ricchi e potenti del mondo. I suoi cigni preferiti erano Barbara Babe Paley, Gloria Vanderbilt, C. Z. Guest, Gloria Guinness, Slim Keith, Lee Radziwill e sua sorella Jacqueline Boucier in Kennedy-Onassis, la principessa Marella Caracciolo in Agnelli (Gianni) , “il miglior cigno europeo”. Creature ben piumate, eleganti, che adoravano la compagnia di quell’uomo instabile e dalla voce squillante al quale confidavano ogni segreto, ogni pettegolezzo.
Non era una festa qualunque, certo, era il Black and White Ball. 28 novembre 1966, Plaza Hotel, il party del secolo ancor prima delle dieci di sera, ora fissata d’inizio.
Per Truman organizzarla rappresentava sia la fine di un incubo, sia l’emblema del suo trionfo. In cold blood , il suo ultimo, incredibile libro-verità sull’omicidio efferato di un’intera famiglia avvenuto nel fertile e sperduto Kansas, era un trionfo: milioni di copie vendute, l’invenzione di un genere letterario. True fiction, Creative non- fiction, New journalism, il nome poco importa: Truman era stato comunque il primo.
Non che Truman non fosse già la più grande star letteraria del suo tempo, ma con A sangue freddo aveva trovato una formula unica, a metà strada tra giornalismo e narrativa, che lo aveva completamente assorbito e, alla fine, prosciugato. Insieme all’amica d’infanzia Harper Lee, se ne era andato in quello sperduto paese, aveva conosciuto ogni persona coinvolta, ogni agente federale al seguito, ogni minuzia di quel fatto di sangue. Il tutto prese poi una piega inaspettata con l’arresto casuale dei due balordi che, per una rapina misera ed inutile, avevano fatto una strage.
Truman era riuscito a creare un rapporto speciale con il capo delle indagini e sua moglie, Jack e Marie Dewey. Passava intere serate a casa dei Dewey, deliziandoli con i suoi racconti sui “rich and famous”. Questo gli permise libero accesso alla prigione dove i due, reo confessi e condannati, aspettavano l’esecuzione della pena capitale. A lui dissero delle loro sfortunate vite, come fosse il prete confessore.
A libro ormai terminato, la casa editrice Random House si rese conto di non poterlo pubblicare fino ad esecuzione avvenuta. Ci vollero altri cinque anni.
Lo stress dovuto all’attesa aveva snervato Capote che, con quella festa, voleva in realtà celebrare la sua liberazione. Per non sembrare troppo cinico, fece credere che il tutto fosse dedicato al suo primo editor, l’amica Katherine Graham. L’aggiunta della “scusa Graham” fu fatta a penna sui biglietti d’invito già stampati.
In quella festa, in quello sfolgorio di bellezza e denaro, Truman non riuscì ad intravedere la sua fine.
Non scrisse più nulla di buono per anni, divenne un alcolizzato/drogato/depresso e, soprattutto, perse le sue amiche, i suoi amati Cigni. Per farlo gli bastò trasformarle in protagoniste di un suo romanzo semi- autobiografico e mai finito, il perfido Preghiere esaudite. In un capitolo che venne anticipato dalla rivista Esquire nel 1975, raccontò i loro segreti, la loro perfidia di ricche viziate, la loro voracità sessuale, il calcolo dietro i loro matrimoni, la loro profonda e ostentata ignoranza. Niente più candore nel loro piumaggio, solo tanta sporcizia. Quel solo capitolo provocò almeno tre suicidi. Non glielo perdoneranno mai, soprattutto la Pailey che prima di allora usava chiamarlo “il mio fratellino”.
A chi gli chiese perché mai avesse fatto tale scelta , Truman rispose: “che cosa si aspettavano, sono uno scrittore e uso ogni cosa. Questa gente pensava che fossi lì solo per intrattenerli?”