La talea è uno dei modi più primitivi, e al contempo più efficaci, di moltiplicare una pianta: consiste nel tagliare uno -o più- rami della pianta madre e fargli emettere radici. Moltissime specie vegetali si possono facilmente riprodurre in questo modo, ottenendo ovviamente esemplari geneticamente identici a quello da cui si preleva la talea; questo è un vantaggio soprattutto nei casi di specie che si ibridano facilmente, in cui la riproduzione per seme non garantisce che nascano piante con le caratteristiche desiderate.
Ci sono molti modi per far radicare una talea, il più conosciuto consiste nel mettere il ramo in un vaso di vetro pieno d’acqua ed esposto alla luce. Se nel vaso viene aggiunta qualche talea di salice, si ottengono risultati migliori. Vorrei però suggerire un altro metodo, consigliatomi da un bravo giardiniere, da applicare quando il gioco si fa duro, cioè ad esempio quando il primo metodo non ha funzionato.
Prendete un normale vaso per piante con uno o più buchi (non importa se è di plastica o di terracotta), alto una trentina di centimetri, e riempitelo di sabbia. Va bene anche la sabbia di mare, purché lavata, cioè senza sale. Per lavare la sabbia di mare, mettetela in un secchio, senza colmarlo, e riempitelo d’acqua, poi scolate via l’acqua e ripetete l’operazione alcune volte.
Ora, piantate le talee nella sabbia fino a dieci centimetri dal fondo del vaso, e poi mettete il vaso dentro un secchio, che riempirete d’acqua fino a raggiungere il livello di dieci centimetri. Dopodichè basta aggiungere un po’ d’acqua ogni tanto per mantenerla allo stesso livello: le talee non saranno a mollo, quindi non marciranno, ma andranno con le radici a cercare l’acqua, e dopo qualche tempo, quando le estrarrete dalla sabbia, si saranno formate delle lunghe “barbette” (nota terminologica: le talee radicate si chiamano anche, per l’appunto, barbatelle).
Al momento del trapianto, al centro della buca formate un monticino di terriccio, in cui pianterete il piede della talea, e disponete le radici a raggiera, così potranno espandersi in maniera ottimale.
In gennaio si può usare questo metodo in serra, o altro luogo riparato dal gelo, per moltiplicare olivi, fichi, melograni, more.