Continua il viaggio di Selvatico attraverso il volto, ora tocca a Pasolini e ai fotografi

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selvaticoUltime due mostre del complesso progetto di Selvatico che quest’anno ha voluto fare una ricognizione sul volto. “Volto come ferita e ossessione, e bellezza anche, e tutto quello che guardare una faccia può comportare, – spiega Massimiliano Fabbri, il curatore – il vedere ma anche l’essere visti, un progetto che si volge al ritratto come pratica ancora potente per un discorso ininterrotto sulla condizione umana, non poteva non confrontarsi con quello che avviene nella ricerca fotografica contemporanea”.

Quindi le ultime due esposizioni sono composte da fotografie.

Un volto in forma di rosa, a cura di Andrea Bruni è una mostra sul volto di Pasolini, visto attraverso alcuni scatti realizzati sia sui set cinematografici che in momenti di vita privata, e poi locandine di film, scritti, articoli e altri materiali d’archivio. Del resto Pasolini ha spesso messo in scena il proprio volto, anche narcisisticamente, talvolta a farne maschera, ora campo di battaglia, ora, anche ironicamente nella sua ripetizione o presenza, ad assurgere a icona quasi pop, presenza resistente e non allineata. La mostra, ripartendo dalla grande empatia e amore di Pasolini nei confronti dei volti non ancora omologati e portatori di bellezza violenta, rovescia questo sguardo per concentrarsi, in un cortocircuito e intimo capogiro, sulla faccia stessa del grande regista, scrittore e poeta.

Poi Lo scudo di Perseo, una collettiva di fotografie di Arianna Arcara, Michele Buda, Daniele Casadio, Marcello Galvani, Alex Majoli, Gabriele Micalizzi, Barber Reinhard, Andy Rocchelli, Alessandro Sala, Luca Santese, Marco Signorini, Marco Vincenzi, Marco Zanella, David Loom, Carloni-Franceschetti, Mauro Santini, Fabrizio Zanuccoli, Claudia Castellucci e Filippo Tappi.

Come Perseo che, per poter guardare Medusa senza essere pietrificato dal suo sguardo, ha bisogno di uno stratagemma gli permette di vedere e lo trova nello scudo di Atena, così è la fotografia che gli permette la visione indiretta di un volto e di “poter così tagliare la testa del mostro, e tornare infine con il trofeo infilato nel sacco”.

La cura della mostra è di due fotografi Michele Buda e Daniele Casadio che hanno ideato una forma di allestimento che mette al centro quest’idea aperta e incompiuta di laboratorio, idea che si condensa e concretizza in un grande tavolo allestito al centro della sala, come una sorta di quadreria orizzontale o, meglio ancora, piano di lavoro dove si stratificano e accumulano, come in un diario esploso o atlante o mappa, immagini, appunti e molteplici rimandi interni, e collegamenti tra modi di vedere e mondi.

 

Fino al 15 febbraio, Massa Lombarda (RA), Lo scudo di Perseo, Chiesa del Carmine, aperture e orari: venerdì:16/ 19 sabato e domenica: 10/12 – 16 / 19.00Un volto in forma di rosa, Museo Civico Carlo Venturini, aperture e orari: dal lunedì al venerdì: 9.30 /12.30 – 15 / 18.30 sabato: 9.30 /12.30, 25 gennaio: 9.30 /12.30 – 14.30 / 18.30. Info: 0545 985890