Probabile antenato del carciofo, a differenza di quest’ultimo il cardo non ci offre le sue «teste», ovvero i capolini floreali, ma le «coste», cioè i piccioli delle foglie, che in questo periodo vengono «imbianchiti» per diventare più teneri e meno amari al momento della raccolta autunno-invernale. L’imbianchimento, da effettuarsi in un giorno di sole, avviene in tre fasi: primo, legare i fusti con rafia o spago; secondo, fasciare i fusti con juta o cartone, lasciando fuori solo le punte delle foglie, e legarli di nuovo; terzo, rincalzare le piante, accumulando terra attorno al piede. Mia madre prepara delle squisite cotolette di cardo, usando le coste esterne più grosse e fibrose: prima le fa bollire 10 minuti in acqua salata con l’aggiunta di un po’ di latte, poi le fa asciugare e raffreddare su un panno, infine le impana con uova e pangrattato e le frigge. Si sa che il fritto è pesante, ma il cardo favorisce la digestione e la depurazione…
ARAN