La Sghisa è tornata anche se nei cuori dei suoi clienti non se n’era mai andata. L’atmosfera conviviale è sempre la stessa. E anche la voglia di stare insieme, di raccontarsi e di raccontare le storie dei prodotti del territorio accompagnati da un bicchiere di vino e con un ottimo sottofondo musicale. Ha appena riaperto uno dei locali simbolo della Romagna: l’Osteria della Sghisa. Un luogo da preservare, «specie protetta» che sarà il filo conduttore di tutta la prossima stagione. In cucina lo chef Alessandro Morciano, in sala i camerieri di sempre. Attorno, particolarità e piccoli dettagli che non si trovano da altre parti come «una carta dei gin mai vista» a cui sono dedicati i primi due venerdì di ogni mese alla scoperta del gin-tonic. Poi il lunedì, a cadenza bisettimanale, l’Osteria propone in menù i piatti del recupero. Grandi cuochi e arzdore vanno alla riscoperta di sapori e piatti della tradizione attraverso la cucina povera delle nostre nonne. Il martedì è il giorno dedicato al pesce dell’Adriatico, fresco di giornata che arriva direttamente dal porto di Cervia. Una volta al mese per 12 giorni Quella sporca dozzina: un vino fuori carta che potrà essere l’espressione di lunghe macerazioni, lavorazioni in cantina minime, filtraggi quasi assenti, in ogni caso assolutamente non convenzionale, figlio di minori apporti tecnologici o di tecniche ancestrali. Completano la proposta i concerti, alcuni già in programma come Enrico Farnedi il 20 novembre e il Consorzio Portuali il 16 dicembre e le serate speciali, come la Cena al buio del 21 gennaio: un modo per scoprire come essere serviti da un cameriere non vedente e cenare bendati possa ravvivare le relazioni. Voglia di raccontare e far riflettere, di sperimentare e di emozionare con un po’ di autoironia continuano ad essere gli ingredienti che fanno della Sghisa un luogo speciale, una specie protetta.
Osteria della Sghisa, via Emiliana, Faenza, dalle 19 in poi, chiuso la domenica, info: 0546 668354