Strano come a volte il corso degli eventi ti fa riconsiderare se se esista o meno il destino. Beh a me è successo non molto tempo fa …
Non sono trascorsi nemmeno due giorni da quando siamo arrivate a Bangkok, che ci ritroviamo inaspettatamente su un volo diretto a Bali. La cosa può sembrare un filino surreale, ma è la realtà. Del resto non è questo il bello di viaggiare senza avere piani? Bali, che è sempre stata un luogo dell’immaginario, un posto lontanissimo, una meta quasi inafferrabile, ora, invece, è la nostra nuova destinazione. Ovviamente è un luogo di cui ho sentito molto parlare, ma non essendomi mai veramente informata, non ne so nulla. La mia idea è quella di un posto pacchiano e super romantico, probabilmente perché tutte le persone che conosco, che vi sono state, erano là in lune di miele. Ed è esattamente questo che sto pensando mentre compilo i dati di prenotazione del volo: sarà un paradiso kitsch e super turistico con bungalow in stile finto tradizionale e fantasiosi cocktails sulla spiaggia. Ho i miei seri dubbi che sia il posto per me. Ma devo dargli il beneficio del dubbio, tanto più che i racconti di alcuni viaggiatori che abbiamo incontrato durante il viaggio, ci hanno dipinto Bali come un vero e proprio paradiso terrestre. E adesso siamo talmente vicine che sarebbe assurdo non andare. Così prenotiamo.
Arriviamo verso sera all’aeroporto di Depensar e il manager della nostra guesthouse ci viene a prendere: un trattamento eccellente se si considerano i 15 euro a notte colazione inclusa! Impieghiamo quasi un’ora di guida per neanche 10 chilometri di distanza. C’è un traffico caotico e fitto, le strade ampie sono costellate di hotel, ristoranti e locali alla moda, il nome dell’ampio viale Sunset Road è solo una ulteriore similarità col più famoso Boulevard di Los Angeles. “Ma dove siamo finite? Altro che paradiso…Sto già iniziando ad avere i primi ripensamenti sulla nostra scelta così impulsiva. Per mia fortuna, Putu, il nostro autista e anche il primo contatto con la gente locale, è un uomo molto allegro che non ha nessuna difficoltà a rompere il silenzio con con aneddoti divertenti, così mi dico di aspettare fino al giorno successivo prima di scambiare qualsiasi impressione con Candi che, col viso al finestrino, sta guardando il nuovo ambiante in cui siamo arrivate.
Già dopo un paio di giorni a Bali, mi rendo conto che basta spostasti appena dagli itinerari più battuti per trovarsi immersi in un luogo meraviglioso dai colori così vivaci da sembrare irreali e dalla vegetazione rigogliosa. Ordinate risaie si alternano a fitte foreste di palme, mentre i tanti alberi di frangipane espandono la loro delicato profumo nell’aria.
La cucina balinese, poi, è una vera sorpresa, con nuove e a volte strane combinazioni di ingredienti dà vita a piatti deliziosamente esotici. Il tutto va ampiamente oltre ogni immaginazione e ben oltre le mie aspettative. A completare il quadro c’è la gente. Le persone sono calde e accoglienti, anche se in qualche modo diverse da quelle incontrate negli ultimi paesi che abbiamo visitato. C’è qualcosa di familiare nei loro modi, ma non riesco a capire esattamente cosa sia. Mi occorre quasi una settimana per rendermi conto chi mi ricordano. Forse è perché sono già trascorsi 4 mesi e l’India mi sembra così lontana, ma sì, mi ricordano proprio loro, gli indiani. Non è solo per il fatto che, essendo per lo più induisti, le strade sono sempre colorate da donne in abiti sgargianti che portano ricche offerte di riso e frutta ai templi. No, è qualcos’altro, è la loro apertura e curiosità per il nuovo, che si tramuta e prende la forma di un volto sorridente. Tutte le persone che incontri per strada ti salutano e ti sorridono! C’è perfino chi si ferma per scambiare due chiacchiere “Cosa fai?” “Dove sei diretto?” “Ti piace Bali?”
Sicuramente contribuisce il fatto che alloggiamo un po’ fuori dalla frequentatissima Kuta e la nostra guesthouse è quasi nascosta in una piccola strada circondata da abitazioni locali, in un paesino a qualche chilometro dalla famosa meta balneare. Qui è semplicemente perfetto! Basta che i gestori dei piccoli ristoranti di strada vedano la tua faccia per un paio di volte, che subito iniziano a trattarti come se fossi un cliente abituale, affascinati e un po’ divertiti per la nostra evidente curiosità verso le loro pentole fumanti, le differenti salse e i tanti intingoli che indichiamo chiedendo spiegazioni ogni volta che ci fermavamo per uno spuntino.
È così che incontriamo Mama, una donna allegra e materna (non c’è soprannome più azzeccato!) che gestisce una piccola e frequentatissima trattoria a conduzione familiare, il Mama’s warung nella città di Ubud, centro molto noto e ricco di fascino annoverato tra i patrimoni dell’UNESCO e nostra seconda destinazione a Bali. Oltre ad essere un personaggio molto pittoresco, Mama, che parla discretamente inglese ma solo in terza persona, è anche una cuoca strabiliante e non lascia certo stupiti che il suo warung goda di grande popolarità sia tra la gente del posto che tra i turisti. Dopo un’ottima cena, iniziamo a chiacchierare con lei della cucina balinese e, inevitabilmente, anche del nostro progetto culinario. Mama mostra un genuino entusiasmo, e così finiamo con l’assisterla in una intensa e magica seduta di cucina. Ci spiega con amore alcuni dei segreti della sua ottima cucina casalinga, un paio di piatti tipici balinesi ed ci dà anche una breve introduzione sui principali sapori e profumi tipici di Bali.
Il cibo a Bali è davvero interessante e diverso dalle altre cucine del sud est asiatico incontrate finora, e noi non ne avevamo assolutamente idea. L’isola ci rapisce con la sua immensa bellezza naturale, la sua persone straordinarie e le loro usanze, ma ci rendiamo conto di avere poco tempo a disposizione. Mi sa tanto che dovremo fare per lo più le turiste, godendoci il più possibile questo luogo splendido, cucinando un po’ meno ma assaggiando moltissimo.
Per fortuna, con l’aiuto di Mama, siamo riuscite a raccogliere un paio di ricette da sperimentare una volta tornate a casa, e da condividere presto con voi, ma già sappiamo che torneremo in Indonesia, lasciando alla prossima volta la scoperta di una cucina così complessa e variegata come le centinaia di isole che la compongono.
E sì, credo nel destino: non ho visto Bangkok ma ho scoperto un pezzettino di Indonesia. Adesso ho due luoghi a cui tornare!