La macchina del vento

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I primi ventilatori pare fossero dei ventagli a soffitto con un elementare meccanismo a corde, manovrato da uno schiavo. In India si chiamavano punkah, e se ne ha traccia già dal 500 a.C. (per la cronaca, lo schiavo era chiamato punkawallah). In Europa, nel XVII secolo, (in seguito alle ricerche di scienziati come Otto von Guericke, Robert Hooke e Robert Boyle), fu la sede del Parlamento inglese ad ospitare un primo sistema di ventilazione forzata dell’aria, progettato dall’architetto Sir Christopher Wren. Studi successivi furono svolti per risolvere il problema della circolazione dell’aria nella profondità delle miniere, dove ogni anno molti minatori morivano per asfissia dovuta alla presenza di gas.

Alla Grande esposizione universale di Londra, nel 1851, fu esposto un ventilatore azionato a vapore, di sei metri di raggio, progettato da William Brunton, per la miniera di carbone di Gelly Gaer, nel Galles meridionale.

Ma fu l’americano Schuyler Skaats Wheeler che, nel 1882, all’età di 22 anni, mise a punto il primo ventilatore elettrico, anticipando, di poco, il leggendario Edison. Era munito di due pale, e venne commercializzato dall’americana Crocker & Curtis Electric Motor Company. Nello stesso anno Philip Diehl, inventore tedesco-americano, realizzò il primo esemplare di ventilatore elettrico da soffitto. Iniziò così la diffusione su vasta scala per uso domestico.

Nei primi modelli si utilizzò l’ottone per produrre le pale e anche la gabbia – a dire il vero il concetto di sicurezza di allora era assai lontano da quello che abbiamo noi oggi…

Poi, negli anni ’30, si diffusero i cosiddetti swan fan, dal design stilizzato e colorato, capaci di far entrare stabilmente il ventilatore nella categoria degli elettrodomestici…

Solo negli anni ’70 però si registrò una netta trasformazione dei modelli di ventilatori domestici, ovviamente legata al radicale cambiamento che avvenne nel mondo del design. Ad esempio il modello Ariante di Marco Zanuso, prodotto per Vortice nel 1974, che vinse il prestigioso Compasso d’oro nel 1979. Come vedete nella foto, innovazione e semplicità…

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Per lavoro: ufficio stampa e comunicazione di progetti artistici e culturali. Per passione: critico e studioso di teatro, danza e arti visive. Curioso di altre arti. Camminatore. Collaboro con Gagarin dal 2012: interviste, presentazioni, recensioni, in alcuni periodi ho anche distribuito la rivista cartacea in giro per la Romagna. Quello che mi piace di Gagarin: la varietà, la libertà.